Spesa militare nel mondo alle stelle: lo conferma il rapporto appena uscito del Sipri, il benemerito istituto di ricerca di Stoccolma che monitora da anni il commercio degli armamenti. Nel 2021, per la prima volta, la spesa per armamenti a livello globale ha superato i 2.000 miliardi di dollari, toccando i 2.113 miliardi. Una cifra monstre se paragonata a quello che si spende per altre emergenze globali: sempre nel 2021, le spese globali per l’aiuto allo sviluppo hanno rappresentato non più di 179 miliardi di dollari.
Stati Uniti e Cina sono i paesi che spendono di più nella inarrestabile corsa agli armamenti Da soli pesano per il 52% del bilancio militare mondiale. Aggiungendo India, a Regno Unito e Russia si arriva al 62% del totale globale. La Francia si segnala per l’export di armi: è terza al mondo dopo Usa e Russia, e sotto la presidenza Macron ha anche incremento notevolmente la spesa in armamenti della Difesa.
La folle corsa agli armamenti non è stata rallentata nemmeno dalla pandemia: le grandi potenze non badano a spese quando si tratta di armamenti. Ma non è questo di cui ha bisogno il mondo: tutte le analisi globali.oneste e trasparenti ci dicono che i principali problemi del mondo sono l’emergenza climatica e gli squilibri sociali. La lobby delle armi però trova sempre sponde amiche nei governi, nel silenzio della politica e dei media. Perché per il pensiero dominante queste sono tematiche “per quegli ingenui pacifisti che non ne capiscono niente di strategie militari globali”.
Non a caso siamo solo noi Verdi a sostenere convintamente la campagna del “Dividendo per la pace”: una proposta lanciata da scienziati e cinquanta Premi Nobel (tra i quali Carlo Rubbia e Giorgio Parisi) perché si taglino del 2% le spese militari destinando le risorse risparmiate alla costituzione del “dividendo per la pace”, da impiegare per investimenti contro la crisi climatica, la povertà e le pandemie. Allo stesso modo, i nostri parlamentari sono stati tra i pochissimi che hanno votato no all’aumento delle spese militari al 2% del Pil voluto da Mario Draghi. Isolati in Parlamento, siamo però in compagnia del 60% degli italiani che non hanno condiviso quell’aumenton
Anch’io mi sono mossa in questa direzione in Assemblea Legislativa Emilia-Romagna e ho depositato una risoluzione a sostegno del Dividendo per la Pace.
È ora di invertire la spirale dissennata delle spese militari!!!
E in Ucraina si lavori per un percorso negoziale che ponga fine all’aggressione inaccettabile di quel paese decisa da Putin.