Siamo abituati a dare tutto per scontato. Poi spuntano una t-shirt che inneggia ad Auschwitz; bambini che per insultarsi usano la parola “ebreo”; e l’attuale ministro dell’interno che diserta il 25 aprile e parla di derby, contrapponendo a questa giornata la lotta alla mafia, come se la vittoria della democrazia sulla dittatura, sintetizzata dal 25 aprile, fosse altro dalla lotta alla criminalità organizzata. E allora ti accorgi che niente, nemmeno ciò che è ovvio, è dato per sempre.
Mentre la metà leghista del governo ha preso irresponsabilmente le distanze dal 25 aprile, giornata in cui celebriamo la liberazione del nostro paese dalla dittatura e dall’occupazione nazi-fascista, Bologna, città medaglia d’Oro della Resistenza, non ha deluso: Piazza Nettuno, accanto al sacrario dei caduti della Resistenza, era piena.
Il pensiero e la gratitudine sono andati doverosamente alle partigiane e ai partigiani, che, anche sacrificando la vita, hanno contribuito a spianare la strada alla democrazia. Una conquista che va difesa, dando piena attuazione alla nostra Costituzione e opponendosi con fermezza, nel quotidiano, agli inquietanti e ripetuti episodi di incitamento all’odio razziale, di sopraffazione dei più deboli, di riesumazione di simboli della dittatura fascista.
E, in Europa, dicendo “no” alla deriva sovranista: il sovranismo appartiene alla cultura dell’Ottocento. Nella prima metà del Novecento abbiamo poi visto dove ci ha portati. L’Europa odierna, nata per dire mai più guerre fratricide tra europei, deve continuare a svilupparsi nel solco della democrazia, del rispetto dei diritti umani e delle minoranze, della tutela dell’ambiente e del clima, che sono i fondamenti della nostra stessa possibilità di vita sul Pianeta.
Anche per sostenere questi valori ho accettato la candidatura a capolista di Europa Verde nel Nord-Est.
Nella foto sono davanti al sacrario dei caduti della Resistenza