Il 27 giugno del 1980 nei cieli di #Ustica si consumò una strage che ha segnato profondamente la nostra storia quando l’aereo Itavia, partito da Bologna e diretto a Palermo, si inabissò nel Mar Tirreno, portando con sé la vita di 81 persone innocenti.
Oggi, in coincidenza con il 44esimo anniversario della strage di Ustica, l’Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna ha approvato, anche con il voto favorevole di Verdi – Europa Verde Emilia-Romagna, il progetto di legge per la partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla “Fondazione Museo per la memoria di Ustica”.
Intervenendo nel dibattito in Aula ho lanciato un appello affinché dai banchi dell’Assemblea non si contribuisca a ricostruire il muro di gomma contro il quale per troppi anni è rimbalzata la ricerca della verità. Chi rilancia l’ipotesi della bomba a bordo dell’aereo non può non sapere che questa teoria confligge con quanto stabilito dal giudice Priore che ha parlato chiaramente di un abbattimento. Oggi, pertanto, il punto è stabilire una volta per tutte chi, quella notte, in tempo di pace ha lanciato un missile contro un aereo civile causando la morte di 77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio.
Se si siede nelle istituzioni, si ha il dovere di chiedere di fare piena luce sull’ultimo tassello di verità mancante in un quadro già delineato in sede processuale e che nessuno dovrebbe più mettere in discussione.
Europa Verde si unisce pertanto alla richiesta della presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, #DariaBonfietti, perché il Governo faccia pressioni sui paesi maggiormente indiziati nell’abbattimento dell’aereo.
La strage di Ustica è una ferita ancora aperta, non solo per noi bolognesi, e tutti insieme dobbiamo pretendere che si faccia l’ultimo passo verso la verità. La partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fondazione va in questa direzione ed è un atto di civismo istituzionale, perché coltivare la memoria significa pretendere trasparenza sulle pagine ancora oscure della nostra storia recente al fine di coltivare in buona salute le radici della democrazia.
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