Al momento stai visualizzando POLEMICHE POST ARTICOLO SUL NEW YORK TIMES: IL PROBLEMA DEI BOLOGNESI CREATO DALL’ OVERTOURISM NON È BOLOGNA LA GRASSA
Le critiche piovute sul Sindaco Lepore per la sua reazione sopra le righe all’articolo su Bologna, uscito sul Nyt a firma di Ilaria Maria Sala, ci stanno per il tono che ha usato.
Nell’articolo sull’overtourism bolognese c’è però un tema che non mi appassiona: l’attacco ai taglieri, una manifestazione a mio parere di snobismo culinario che per di più
mal si concilia con la dilagante abitudine delle apericena. Se poi sono blasonate guide turistiche internazionali a pubblicizzare le rivendite di street food a base di panini alla mortadella, perché arricciare il naso se si formano code di turisti davanti ai locali che li vendono? Magari il tortellino fritto servito nel cono di cartone è già più inquietante (chissà se mi farò mai tentare dall’assaggio).
Ma non è questo l’aspetto dell’eccesso di turismo che impatta su Bologna e i bolognesi.
Per cominciare, è l’aeroporto Marconi, che continua ad inseguire record al rialzo sul numero dei passeggeri in transito, ed affligge in modo brutale soprattutto il Navile (ma non solo) con il rumore prodotto dagli aerei che sorvolano a bassissima quota il quartiere. La soluzione ci sarebbe per evitare i sorvoli: fare atterraggi e decolli da/per la zona industriale del Bargellino. Il punto è che l’uso alternato della pista per consentire questa operatività riduce a 12 i voli orari gestibili, un numero che è la metà dei voli orari operati sorvolando l’abitato bolognese.
L’overtourism generato dal Marconi ha prodotto il dilagare stranoto degli affitti brevi, che per la loro redditività hanno cancellato il mercato degli affitti residenziali, trasformando il centro e la primissima periferia in un luogo abitato dal popolo dei trolley.
Da questo deriva un altro impatto negativo, apparentemente secondario: l’inciviltà dell’abbandono dei rifiuti accanto ai cassonetti. Sempre più gestori di appartamenti per brevi affitti si limitano a consegnare le chiavi di casa ponendole all’interno delle cosiddette key box, per cui ho il sospetto che non incontrino mai i turisti e che non gli consegnino la tessera Smeraldo per il conferimento degli indifferenziati nei cassonetti appositi. Ma forse anche quelli che consegnano le chiavi non si preoccupano di spiegare come funziona la raccolta differenziata. Accade spesso infatti di vedere turisti che pestano rabbiosamente sul pedale del cassonetto, che però senza tessera non si apre. Per cui, dopo aver rotto il meccanismo di apertura, il passo successivo è abbandonare le sportine piene di rifiuti per strada.
Tornando ai taglieri, il vero punto debole di Bologna, per residenti e turisti, non è l’offerta di mortadella, ma la mancata offerta di mostre di rilievo.
In ambito culturale, come ha sottolineato il Sindaco, Bologna vanta certamente un’eccellenza di livello mondiale: la Cineteca. Aggiungo che ha anche un ricco e ben organizzato museo egizio. Ha un altro gioiello straordinario, ma poco pubblicizzato, che è l’Accademia Mozart, conosciuta invece dagli studiosi a livello internazionale.
Oggi, però, sul panorama culturale della nostra città incombe il problema della precaria l’eredità del circuito Genius Bononiae voluto da Fabio Roversi Monaco, che coinvolge anche la collocazione del Museo Morandi, una collezione che di trasferimento in trasferimento, da Palazzo Comunale al Mambo e adesso a Palazzo Pepoli, sembra non trovare la pace e il rilievo che le spettano di diritto per il riconosciuto posto che il pittore bolognese per eccellenza occupa nella storia della pittura mondiale.
Quanto alla scarsa attività espositiva di richiamo, l’ultima mostra di rilievo nazionale e internazionale è stata quella – importata – dedicata a David Bowie che nel lontanissimo novembre 2016 fu allestita al Mambo. Due anni prima, nel 2014 era passata da Bologna – unica tappa in Italia – l’esposizione del quadro “La ragazza con l’orecchino di perla ” di Johannes Vermeer. Allora si grido’ alla svendita commerciale dell’arte. Ma le lunghe fila di turisti in quei giorni erano lì per vedere il quadro e la bella mostra, insolita, che lo accompagnava, entrambi ospitati a Palazzo Fava, altro gioiello del circuito Genius Bononiae.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.