Buone notizie: la Regione Emilia-Romagna ha stanziato ulteriori 13,8 milioni di euro per incentivare gli spostamenti in bicicletta casa-lavoro (bike to work) e la realizzazione di infrastrutture per la mobilità ciclistica.
Come riporta il sito Biketalia.it, negli ultimi 5 anni l’Emilia-Romagna ha stanziato più di 160 milioni di euro indirizzati alla realizzazione di oltre 500 interventi di mobilità dolce e sostenibile. Fra gli interventi realizzati, vi sono oltre 900 chilometri di nuove piste ciclabili e ciclopedonali in tutta la regione; incentivi per chi va al lavoro in bici (bike to work); incentivi per l’acquisto di bici pieghevoli per gli abbonati al treno e di bici elettriche; agevolazioni per usufruire del bike sharing; nuove velostazioni per il posteggio; school street per mettere in sicurezza e liberare dal traffico le aree intorno alle scuole.
L’ultimo importante stanziamento sono i 13,8 milioni di euro che la Regione ha di recente messo a disposizione degli Enti locali. Di questi, oltre 8,5 milioni di euro sono riservati alla realizzazione di 40 chilometri di nuove ciclabili, alla messa in sicurezza delle strade per chi si sposta su due ruote, a interventi di moderazione del traffico, creazione di aree pedonali e a 30 km/h nei pressi delle scuole (school streets), e all’installazione di colonnine di ricarica e manutenzione per biciclette. Circa 2,5 milioni di euro finanziano invece incentivi per chi utilizza la bicicletta per recarsi al lavoro. Infine, oltre 2 milioni di euro consentiranno lo scorrimento della graduatoria del bando 2024 per la promozione della mobilità ciclistica per i Comuni sotto i 30mila abitanti.
La mobilità dolce – a piedi e in bici – rappresenta come noto un pilastro strategico sia per ridurre le emissioni di gas serra legate al trasporto con mezzi a combustione, sia per migliorare la qualità dell’aria e combattere, di conseguenza, le migliaia di decessi prematuri nel bacino padano causati ogni anno dall’inquinamento atmosferico.
Per promuovere l’uso quotidiano della bicicletta come mezzo di trasporto sostitutivo dell’auto (in associazione al trasporto locale per le lunghe percorrenze) occorrono infrastrutture e misure di moderazione del traffico adeguate, a garanzia della sicurezza degli utenti deboli della strada: ciclisti e pedoni. L’Italia però non è un paese per bici e sulla mobilità dolce mette solo le briciole. Un dossier di Legambiente, Kyoto Club, Fiab, Clean Cities del 2022 rileva che il nostro paese investe nell’auto quasi 100 volte più che nella bici: 98 miliardi di euro per il settore automotive e le infrastrutture stradali contro poco più di un miliardo per bonus bici e ciclabili urbane ed extraurbane. Considero quindi gli oltre 160 milioni di fondi stanziati dalla Regione Emilia-Romagna a sostegno della mobilità dolce un punto di partenza importante, ma non un punto d’arrivo. Occorre investire di più nelle infrastrutture per la mobilità ciclistica e fare anche un lavoro di promozione e sensibilizzazione culturale.
Come capogruppo di Europa Verde, nei cinque anni di mandato in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna sono intervenuta più volte e con diversi provvedimenti a sostegno della mobilità ciclistica. Ricordo qui solo due mie risoluzioni approvate: la prima impegna la Giunta a condividere e implementare i contenuti della risoluzione approvata all’unanimità a marzo 2022 dall’Assemblea plenaria delle Nazioni Unite “Integrazione della bicicletta tradizionale nei sistemi di trasporto pubblico per lo sviluppo sostenibile”. La seconda risoluzione chiede alla giunta di impegnarsi, d’intesa con i Comuni interessati e la Provincia di Parma, a completare i lavori della ciclovia “Ti-Bre dolce” promuovendone la conoscenza per valorizzare, in ambito di cicloturismo, i luoghi che attraversa.
A questo proposito, sottolineo che il tassello delle ciclovie di interesse nazionale e interregionale e quello più in generale del cicloturismo devono diventare sempre più strategici nelle politiche della Regione. Il cicloturismo valorizza territori non compresi tra le mete del turismo di massa. Ed è sempre più praticato da turisti stranieri, che nella nostra regione trovano borghi ben conservati, enogastronomia tradizionale, culture locali e bellezze artistiche inserite in contesti naturali di pregio. A livello nazionale, nel 2023, il cicloturismo ha raggiunto un valore di oltre 5,5 miliardi di euro (fonte: Fiab), in crescita del 35% sul 2022 e del 19% sul 2019 (4,6 miliardi).
Se sarò rieletta, non verrà meno il mio impegno per la promozione della mobilità ciclistica urbana ed extraurbana e del cicloturismo, come pure della sicurezza stradale per gli utenti deboli della strada. Ovviamente continuerò a sostenere il TPL, in particolare quello su rotaia. È questa la direzione da seguire per salvare qualità dell’aria e clima: mobilità su due ruote e su ferro!
Qui le mie risoluzioni approvate sul cicloturismo e mobilità sostenibile