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Brutte notizie. In Italia cresce la piaga dell’#abbandono dei #cani e si fa preoccupante il crescente numero dei randagi. A evidenziarlo è il tredicesimo report annuale “Animali in Città” di Legambiente appena pubblicato e redatto su dati 2023, con il patrocinio di Anci, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano.

Come ogni anno, il rapporto valuta i risultati delle amministrazioni pubbliche e delle Asl in materia di politiche per gli #animali di affezione nei centri urbani sulla base delle risposte al questionario diffuso dall’associazione ambientalista. Per l’edizione 2023 hanno risposto 771 comuni che rappresentano il 25% della popolazione italiana, e 46 aziende sanitarie.

Lo studio, un lavoro davvero complesso che incrocia numerosi parametri e indicatori, intende mettere in luce se e come gli enti preposti a regolamentare e controllare la condizione di vita degli animali d’affezione si siano adeguati al cambiamento culturale, che negli ultimi 20 anni ha visto quadruplicare i cani e i #gatti nelle case degli italiani.

La fotografia che ne esce in relazione ai cani è preoccupante perché evidenzia inequivocabilmente trend negativi: 85.000 i cani abbandonati nel 2023 con un aumento dell’8,6% rispetto al 2022.  A preoccupare è anche il numero dei cani #randagi, ossia quelli senza proprietari che li rivendicano, il cui numero stimato nel 2023 è di 358mila. Le criticità maggiori si riscontrano come al solito in Lazio, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria dove se ne stimano 244 mila.

Dal report emergono anche le lacune dei Comuni nel gestire i servizi del settore: solo il 34,5% del totale registra risultati sufficienti. Ancora troppi i ritardi e le difficoltà legate a #monitoraggio, regolamentazione, controlli e ai servizi animal friendly in città e al mare. E tutto questo nonostante una spesa pubblica considerevole: 248 milioni di euro nel 2023, per la gran parte destinati ai canili-rifugio, a conferma delle insufficienti politiche di prevenzione dell’#abbandono.

Nonostante un leggero incremento rispetto al 2022 del +2,2%, nel 2023 solo il 52,2% delle Aziende sanitarie ha effettuato azioni di prevenzione, con la #sterilizzazione di 5.041 cani (pari ad appena il 15,8% dei cani dichiarati in ingresso nei canili sanitari) e di 25.760 gatti (circa il 5,7% di quelli presenti nelle colonie feline, nelle quali oltre 193.000 gatti risultano ancora non sterilizzati).

Poco più di 1 Comune su 3 (il 40%) ha effettuato specifici controlli e solo il 52,3% dichiara di aver dotato il proprio personale di lettore microchip. Di questi, ne risultano in totale 695, ossia in media 1,7 per ciascuna delle 403 Amministrazioni comunali che li hanno dichiarati. Nel 2023 solo il 38,9% dei Comuni dichiara di avere un #regolamento per la corretta detenzione degli animali in città. Percentuale che scende all’11,8% dei casi per quel che riguarda la disciplina contro la problematica delle #esche avvelenate.

Il 2023 si denota quindi come un altro anno negativo per la gestione degli animali d’affezione e, anche se non mancano gli esempi virtuosi, come sempre emergono profonde differenze tra Nord e Sud del nostro Paese, divari che caratterizzano il Sud per la gravissima incuria dei #canili e gli abbandoni.

Per risolvere il problema, Legambiente propone una rapida applicazione dell’Anagrafe unica nazionale obbligatoria per tutti gli animali da compagnia, la sottoscrizione di 1.000 accordi o patti di comunità, la creazione di nuove strutture veterinarie pubbliche, l’assunzione di più medici #veterinari pubblici, la realizzazione di più aree verdi per i cani in città, l’aggiornamento e il coinvolgimento attivo delle guardie ambientali e zoofile volontarie.

Ma vediamo com’è la situazione in Emilia-Romagna. Sostanzialmente si può considerare buona, visto che due dei tre comuni premiati in agosto a Festambiente con il Premio Nazionale “Animali in Città 2024” sono emiliani: Modena e Zocca (MO), davanti a Verona arrivata terza. Il premio viene assegnato da #Legambiente a quelle realtà virtuose – tra comuni, istituzioni e società civile – che si distinguono per l’offerta di servizi e misure finalizzate alla prevenzione dell’abbandono. Tra le Aziende sanitarie, sono state premiate ATS #Brescia, ATS della Montagna e AUSL #Toscana Sud Est. Tra le istituzioni e la società civile, premiate la Regione #Piemonte, l’associazione Save The Dogs and Others Animals, l’associazione DifesAttiva e Nicola Campomorto, guardia volontaria dell’ENPA.

Il tema del benessere degli animali mi è sempre stato a cuore, fin da quando ero Assessora all’#ambiente del Comune di Bologna e istituti l’Ufficio diritti degli animali, che oggi mi risulta depotenziatissimo. In quella veste, in stretta collaborazione con le associazioni che si occupavano di diritti degli animali, feci anche la prima delibera comunale contro i #maltrattamenti degli animali.

Anche come capogruppo di Europa Verde in Assemblea legislativa ho continuato ad occuparmi di queste tematiche, a partire dalla risoluzione (approvata) sulla tutela e i diritti degli animali che impegna la giunta a favorire l’introduzione di incentivi e misure di supporto per il mantenimento, la cura e l’adozione degli animali d’affezione, rivolti in particolare alle categorie socialmente deboli e alle persone indigenti.

Inoltre, ho depositato tre interrogazioni: una sugli inquietanti fatti che erano emersi riguardo al canile-#gattile di Finale Emilia; un’altra sulla revisione della Legge regionale 20 del 2002 dell’Emilia-Romagna che regolamenta la #vivisezione; infine, una sullo sgombero della sede della Fondazione Cetacea di #Riccione.

Infine, sto lavorando a un mio Progetto di Legge per l’Istituzione del #Garante regionale del benessere e dei diritti degli animali, che depositerò nelle prossime ore. Se sarò rieletta alle #elezioniregionali in Emilia-Romagna del 17-18 novembre, ripresenterò subito questo PdL (insieme all’altro sul #clima che definisce obiettivi e misure di #mitigazione e adattamento al #cambiamentoclimatico).

Il tema dei #diritti degli animali non va guardato come un tema di serie B. Tutelare i loro diritti, oltre che un principio costituzionale e un dovere morale verso esseri viventi, è un altro modo di occuparci dell’equilibrio dei nostri ambienti di vita. Nello specifico, contrastare l’abbandono dei cani non significa solo fare, e giustamente, qualcosa di buono per loro: fa bene anche a noi, perché i cani randagi e inselvatichiti sono un pericolo per l’incolumità pubblica, sulle strade e non solo.

Se acquisti un cane, acquisti un essere vivente e senziente. Non abbandonarlo: pensaci prima!

 

L’indagine di Legambiente è consultabile sul sito ufficiale:  www.legambienteanimalhelp.it/animalincitta

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.