Da aprile scorso la Francia ha definito il percorso della sua svolta circolare approvando una road map, scandita in 50 misure, che guiderà la transizione del paese verso l’economia circolare (Feuille de route de l’economie circulaire). L’ambizione del governo francese è chiara: dopo quella per la difesa del clima, conquistare la leadership mondiale anche per la promozione dell’economia circolare, posizionando le imprese francesi tra le eccellenze “circolari” europee grazie all’aumento di competitività che si pensa otterranno dalla “chiusura del cerchio” nell’uso delle risorse.
«Oggi occorre adottare una visione globale dell’uso delle risorse che vada oltre la lotta agli sprechi, per promuovere una trasformazione complessiva della società nel segno di una maggiore resilienza e del massimo disaccoppiamento tra incremento del benessere e impatti ambientali», sostiene Christophe Debien, direttore generale dell’Institut national de l’économie circulaire. In altre parole, si deve creare più benessere con minori prelievi di risorse e minore produzione di rifiuti. Presidiando «la coerenza dell’azione di governo tramite l’istituzione di un delegato interministeriale all’economia circolare», suggerisce Debien.