Ci vogliono politiche europee (e nazionali) per la promozione delle donne sul lavoro, nella società, in politica. Vanno creati i servizi che consentono alle donne, sulle cui spalle continua a pesare il maggior carico delle attività di cura, di esprimere appieno sul lavoro le proprie potenzialità, competenze, desideri di realizzazione professionale.
Va superato per legge il divario di remunerazione a parità di mansione tra donna e uomo a vantaggio dell’uomo, seguendo l’esempio dell’Islanda: nel 2018 ha approvato una legge che impone la parità di salario uomo donna entro il 2020 per istituzioni pubbliche e private e imprese al di sopra dei 25 dipendenti, e al 2025 per tutte quelle al di sotto di questa quota. Per i trasgressori sono previste sanzioni pari a 450 euro circa per ogni singolo caso di non osservanza.
Rispetto al tema della violenza sulle donne, occorre applicare la Convenzione di Istanbul, già ratificata anche dal nostro Paese, che prevede misure contro la violenza fisica, sessuale, psicologica, economica e lo stupro, improntate alle cosiddette 4 “p”: prevenzione, punizione del colpevole, protezione della vittima della violenza, politiche integrate.