Al momento stai visualizzando Interrogazione alla Giunta regionale sulla derivazione irrigua del Rio Villano nel Parco Regionale Fluviale del Trebbia.

Questa mattina ho chiesto alla Giunta regionale chiarimenti sulla situazione denunciata da Legambiente relativa alla derivazione irrigua del Rio Villano nel Comune di Rivergaro all’interno del perimetro del Parco Regionale Fluviale del Trebbia, nell’ambito delle interrogazioni di attualità a risposta immediata.

Il testo dell’interrogazione ricorda che le attività e le opere di derivazioni d’acqua sono, ai sensi della direttiva dell’Unione Europea Habitat, sottoposti a Valutazione di incidenza ambientale da parte del Parco. Nel caso della derivazione del Rio Villano, l’esito della valutazione di incidenza, datata 20/02/2020, recita: “si ritiene che le opere provvisionali di derivazione in località Sant’Agata possano determinare incidenze negative significative sulle specie di fauna ittica di interesse comunitario presenti nella ZSC/ZPS IT4010016 “Basso Trebbia”.

In base al Decreto Regio 1775 del 1933, le concessioni di derivazioni idriche sono tenute a rispettare un “deflusso minimo vitale” stabilito per ogni corso d’acqua; il mancato rispetto di questo deflusso comporta una sanzione amministrativa di modesta entità, mentre l’organo di controllo che riscontra il mancato rispetto del deflusso minimo vitale può rilevare, qualora ve ne siano gli estremi, il reato di danno ambientale, di maggiore rilevanza per chi ne sia causa.

Il circolo Legambiente di Piacenza ha ripetutamente segnalato alle autorità locali e alle autorità preposte al controllo imponenti movimenti di ghiaia nel letto del Trebbia. In particolare, nella prima metà dello scorso aprile il Consorzio di Bonifica di Piacenza avrebbe realizzato dei lavori per l’alimentazione della derivazione irrigua del Rio Villano, lavori che sarebbero consistiti nella realizzazione di barriere di ghiaia tramite movimentazione di migliaia di metri cubi di inerti nel corso del Trebbia, realizzando uno sbarramento trasversale che occupa tutto l’alveo del fiume.

Occorre fare luce sulla correttezza dei lavori svolti dal Consorzio di bonifica e garantire una sorveglianza costante. A maggior ragione in presenza di un aumento di eventi climatici estremi dovuti anche ai cambiamenti climatici. È urgente definire una gestione integrata del bacino del fiume Trebbia che coinvolga tutti i soggetti interessati e le comunità locali, per un utilizzo sostenibile dell’acqua del fiume. In merito alle segnalazioni di Legambiente sui lavori che il Consorzio di Bonifica di Piacenza compie da anni vanno attivati controlli tramite l’impiego di forze autorizzate all’accertamento di eventuali danni ambientali di rilevanza penale”.

Per leggere il testo dell’interrogazione: https://www.silviazamboni.it/wp-content/uploads/2020/06/DMV-fiume-trebbia-Int-Immediata-3.rtf

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.