Al momento stai visualizzando UCCISA DAL FRATELLO PERCHÉ AMAVA UN RAGAZZO TRANS

Dopo il brutale omicidio di Willy, un altro omicidio di inaudita violenza ci lascia inorriditi: quello di Maria Paola, innamorata di Cirio, un ragazzo trans. Una scelta che la famiglia non le ha perdonato. Così, per “punirla”, il fratello, quando li ha visti insieme su un motorino, li ha inseguiti e speronati, uccidendo la sorella. Poi, senza prestarle soccorso, si è accanito su Ciro riempiendolo di botte. Questa volta non è stato il colore della pelle della vittima a innescare la brutale violenza omicida, ma l’innamoramento per “un diverso”. Ed essendo la vittima una donna, questo delitto non può che riportarci a un altro caso di #femminicidio.

Di fronte a tali mostruose manifestazioni di odio e intolleranza, ancora non abbiamo risposte alla domanda di Bob Dylan: “How many miles must a man walk down before we may call him a man?”.

Intendiamoci: non ci sono omicidi più o meno gravi: la vita è unica e sacra per tutte/i. Questa brutalità, però, ci dice che o il nostro paese prenderà di petto la questione culturale, prima ancora che legale, del rispetto per la persona, del contrasto alla sopraffazione maschile sulla donna e dell’esplosione dello strisciante razzismo e della #omobitransfobia, o continueremo a vivere giornate cupe come quelle che si sono tragicamente susseguite in questa settimana.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.