Al momento stai visualizzando PER BOLOGNA SOGNO UN/UNA SINDACO/A VERDE ECOLOGISTA
Intervenendo domenica sera al dibattito organizzato da Coalizione Civica di Bologna, ho lanciato l’idea di candidare a sindaco/a di Bologna, alle prossime elezioni del 2021, una personalità dal chiaro profilo ecologista, per fare di Bologna un modello di città per la transizione energetica ed ecologica.
Dopo i sindaci verdi di Lione, Marsiglia, Bonn, Colonia, Wuppertal e Aquisgrana, anche Bologna merita un/a sindaco/a che avvii con decisione e competenza la #svoltaverde.
A questo link potete riascoltare il mio intervento con le proposte per Bologna: https://www.facebook.com/silviazamboniverdi/videos/340437407186365
Sotto il testo del mio intervento.

“Innanzi tutto ringrazio gli organizzatori per questo invito.

Sono la consigliera di Europa Verde nell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, dove siamo ritornati con il nostro simbolo dopo dieci anni di anni. Tra le mie priorità, oggi vi è contribuire a contrastare l’emergenza Covid, che ha dimostrato come chi è più fragile venga colpito in maniera più dura. Come è il caso, in particolare, delle donne: ci sono sondaggi che hanno evidenziato che le donne sono state tra le più colpite dall’epidemia e anche quelle che di conseguenza hanno perso più posti di lavoro. Quindi i soggetti più deboli nella società di fronte ad una emergenza come questa hanno patito di più.

Contemporaneamente però non va dimenticata l’emergenza climatica, che oggi ci spinge ad accelerare le misure da prendere: non è più sufficiente descrivere l’emergenza, bisogna agire in fretta. Ecco perché anche a livello di politiche cittadine oltre che di regione ci vuole questa accelerazione. L’emergenza climatica non più essere un tema tra altri: deve essere affrontata come una priorità anche perché affrontarla apre delle opportunità. Oggi lo ha scoperto anche il direttore di Repubblica che, ascoltando Biden¸ ha scoperto che ci sono i green jobs. Ma noi di green jobs in Italia, in Emilia-Romagna, a Bologna ne parliamo da anni. Le opportunità della lotta all’emergenza climatica sono di creare un nuovo tipo di occupazione: di fronte alla trasformazione anche tecnologica del mondo produttivo dobbiamo porci l’obbiettivo di difendere i lavoratori, non i posti di lavoro: alcuni per forza dovranno sparire nella transizione ecologica-energetica, un percorso che non ci deve spaventare perché può aprire le porte ad un futuro migliore. L’epidemia ha evidenziato il legame tra inquinamento atmosferico e diffusione del virus. Non entro nel merito se vi sia un collegamento biologico, fisiologico, anche se nei filtri delle centraline hanno trovato il virus. Il punto è un altro: l’inquinamento atmosferico nella nostra regione e in tutto il bacino padano già oggi provoca, e questo ce lo dice l’Agenzia europea dell’ambiente, decine di migliaia di decessi prematuri ogni anno. Covid o non Covid l’inquinamento atmosferico produce già morti. Lottare contro l’inquinamento atmosferico va incontro all’emergenza climatica e alla lotta per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo, e quindi la qualità dell’ambiente in cui viviamo. La tutela dell’ambiente, come dicono i verdi tedeschi, è la tutela dei Lebensgrundlagen, ossia i fondamenti della nostra esistenza. Non tuteliamo l’ambiente perché siamo romantici: lo tuteliamo perché senza un ambiente sano facciamo fatica a sopravvivere (e il Covid ce lo ha detto). Da questa emergenza bisogna dunque trarre delle lezioni che ci facciano fare dei passi in avanti.

Il Sindaco Merola ci ricordava nel suo intervento che il welfare deve andare incontro a una popolazione che invecchia: è giusto. Però c’è anche una popolazione di giovani che non hanno ancora un posto adeguato in questa società. Si studia per finire poi a fare lavoretti precari, oppure addirittura non si studia neanche, ci si rassegna, come indica il fenomeno dell’abbandono scolastico. La società deve giustamente interrogarsi sulla popolazione che invecchia, ma oltre a parlare delle pensioni per gli anziani bisogna cominciare a parlare delle pensioni per i giovani che la pensione rischiano di non averla.

Dobbiamo trovare un equilibrio. Questa è una società basata sulla crescita che per cancellare le differenze, le diseguaglianze, in realtà le sta moltiplicando. Il debito pubblico che abbiamo scaricato sulle spalle dei più giovani ha come altra faccia il debito ecologico, l’assalto all’ambiente, la predazione dell’ambiente.

Oggi c’è solo Papa Francesco in questo paese che parla di questi temi, e che con l’Enciclica Laudato si’ ha dato una spinta straordinaria agli Accordi di Parigi sul clima del 2015. Ma questi accordi non possono restare una invocazione cartacea: bisogna fare delle scelte coerenti.

Allora non vi nascondo che come Europa Verde stiamo guadando ai sindaci verdi di Lione, di Marsiglia,e a quelli eletti domenica scorsa di Bonn, Colonia, Aquisgrana, Wuppertal

Forse anche per Bologna questa è l’ora di una Sindaca o un Sindaco verde, che dia veramente una svolta a questa città. Quando dico verde non intendo partiticamente verde, ma intendo una figura chiaramente di formazione ecologista che conosca questi temi e che li prenda in mano.

Sono legata al Sindaco Merola da un rapporto di amicizia, avendo fatto un fronte unico come Presidenti di Quartiere contro la giunta di centro-destra di Guazzaloca, (non vogliono sentirsi dice che sono di centro-destra, ma io non son come altro chiamarla), però non posso non rilevare che la Bologna che vorrei è una Bologna dove non si fa il passante, ma si punta sul verde pubblico. A Parigi il verde pubblico è must, non un elemento urbanistico e ambientale episodico: di fronte alle Halles hanno realizzato un parco: pensate, un parco in uno dei punti dove la rendita fondiaria è al massimo. Sui sedimi ferroviari abbandonati fanno dei

parchi, come in un quartiere problematico dove hanno affrontato un problema sociale anche realizzando un parco, il parco Martin Luther King (già il nome la dice lunga), che lega due fronti del quartiere ed è diventato un luogo di socializzazione. Ecco, vorrei una Bologna dove il verde è un diritto, non una cosa episodica, e vorrei meno supermercati perché ce ne sono già abbastanza e perché non è quello che ci serve.

Vorrei una “città 15 minuti”, come stanno facendo a Parigi, ossia una città dove in quindici minuti puoi arrivare a tutto quello che ti serve, possibilmente in bicicletta. Parigi ha fatto molto per promuovere la mobilità ciclistica: in Rue de Rivolì che passa davanti al Louvre c’è una corsia per biciclette che è larga quattro metri e mezzo, ed ha preso il posto degli autobus, che a loro volta sono stati trasferiti nella corsia delle macchine. A Parigi non in un comunello qualsiasi.

Vorrei un Gruppo Hera che in quanto in parte di proprietà pubblica pulisse meglio questa città e curasse di più la raccolta differenziata dei rifiuti che viene fatta in maniera barbina: sono stata assessore all’ambiente di questa città e sono rimasta esterrefatta dalle istruzioni che ho ricevuto per la raccolta differenziata porta-porta: mi hanno consegnato un bidoncino per la raccolta dell’organico con un foglietto, e stop. Ma dico: chi non è uno specialista della materia come fa a separare correttamente i rifiuti? Vorrei che Hera si ricordasse che oltre essere un gruppo quotato in borsa è anche di proprietà pubblica.

Vorrei una città che come Bonn si dia l’obbiettivo al 2025 di ridurre del 30 % le emissioni climalteranti di tutti gli edifici di proprietà dell’amministrazione comunale, puntando a ridurre del 30% le emissioni di chi non fa parte dell’amministrazione, per arrivare al 2030 all’obbiettivo del meno 55% che ci sta dando Ursula Von der Leyen, una rappresentante della CDU, una democristiana quindi, non una verde. Sono questi gli obbiettivi europei da rispettare se vogliamo attingere al famoso Recovery Fund, il cui vero nome è, non a caso, Next Generation European Union. Ma va bene chiamarlo Recovery Fund, visto che ci serve in questa emergenza. Anzi, approfitto della presenza in questo incontro del rappresentante dei 5 Stelle, per fare un appello perché si usi anche il MES, perché se vogliamo finanziare la sanità in base ai nuovi bisogni, utilizzare il MES mi sembra una soluzione positiva.

Ma non voglio farla troppo lunga. Aggiungo che c’è anche la possibilità di attivare progetti sociali per la raccolta dei rifiuti. Bonn vuole arrivare a zero rifiuti al 2040. E ospita addirittura grandi magazzini di prodotti di seconda mano. Ecco mi piacerebbe che anche Bologna, che ha una storia di città capace di innovazione, si muovesse in questa direzione. Mi fa piacere che il Sindaco abbia tetto che a febbraio intende foirmare i contratti per l’avvio della realizzazione della prima linea di tram: è una conquista pazzesca. Con la Giunta Vitali di cui ho fatto parte avevamo il progetto di tram finanziato, ma poi è arrivata la giunta del centro-destra e addio tram. Della serie che non è vero che destra e sinistra sono la stessa cosa. Finiamola con questa banalizzazione.

In conclusione, mi piacerebbe che la mia città, seguendo la sua tradizione di città dell’innovazione, si desse l’obbiettivo di essere la città vetrina della svolta verde in Italia. Così come spero che si faccia in Regione Emilia-Romagna, dove stiamo provando di avviare la svolta verde, un percorso lungo e complicato.

Comunque, se non approfittiamo delle nuove risorse europee vincolate agli obbiettivi climatici europei che dobbiamo raggiungere, come la facciamo la nuova occupazione? Invece di aprire dei supermercati nei contenitori che si stanno svuotando, facciamo dei bei centri per star-up per giovani. Ma non start-up dell’autosfruttamento: start-up che diano veramente la possibilità di mettere in gioco creatività, conoscenze e diano un futuro diverso alle nuove generazioni.

Venerdì prossimo, i Fridays for future tornano in piazza: bene, dobbiamo dare risposte, basta parole”.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.