Pubblico di seguito il mio intervento – pubblicato il 29 settembre  2011 nelle pagine di Cronaca del quotidiano la Repubblica di Bologna – sulla proposta della patron del MotorShow di organizzare un altro week end di pedonalizzazione del centro di Bologna in occasione del prossimo Salone dell’Auto, e sul progetto della Regione Emilia-Romagna di riconversione ecologica di un’azienda in crisi di Imola.

Il desiderio di Giada Michetti di “prenotare” un bis dei T-days in occasione del prossimo MotorShow è più di una notizia. In passato le biciclettate erano organizzate contro il Motor Show. Un guanto di sfida, non un piatto di contorno.

Di fronte alla proposta dei T-days in salsa Motorshow molti avranno sentito odore di greenwashing, di riverniciatura comunicativa in verde del business, per continuare a fare le cose come prima, solo confezionandole meglio. Questo rischio c’è e si vede. Il messaggio però non va snobbato: che il Salone dell’auto senta l’esigenza di mischiarsi a pedoni e ciclisti per promuovere le auto elettriche, accanto a motori a centinaia di cavalli vapore che bevono benzina, è comunque il segnale di un cambiamento, e varrebbe la pena di “andare a vedere”, prima di fare un preventivo esame del sangue alle intenzioni. Tutto può servire per superare, più che nell’immaginario, ormai nel codice genetico stesso, il legame che si è creato (anche per carenze del servizio di trasporto pubblico) tra diritto a spostarsi e possesso dell’auto, e tra identità sociale e numero di cavalli vapore stivati sotto il cofano.

Che non si tratti di un’innocua boutade lo conferma del resto l’immediato altolà lanciato dal direttore di Ascom: pedonalizzare in uno dei week-end clou prenatalizi potrebbe compromettere un quarto del fatturato annuale. Della serie: ci risiamo, non conta che i T-days abbiano portato in centro migliaia di cittadini; il mito “più auto uguale più acquisti” resta inossidabile. Perché non provare a organizzare, a Natale, la consegna a domicilio delle merci acquistate nella ZTL, magari con furgoni elettrici, come a Reggio Emilia? (Alcuni negozi di frutta e verdura la fanno già, a piedi, per resistere alla concorrenza dei supermercati). Nel 2007 a Prato, nel periodo natalizio, Comune e negozianti avevano promosso un servizio di tassì collettivi gratuiti per chi faceva acquisti in centro.

Intanto, dopo i T-days, è la Regione che potrebbe regalarci un’altra benefica “scossa” elettrica. L’assessore alla green economy Muzzarelli sta lavorando ad un progetto di riconversione ecologica della CNH di Imola, l’azienda in crisi del gruppo Fiat con centinaia di posti di lavoro a rischio. Si punta a creare una piattaforma per veicoli elettrici coinvolgendo, intorno alla CNH, una decina di imprese, tra cui tre storiche aziende locali del settore: l’imolese Microvett, che assembla veicoli elettrici, il Gruppo Carraro (a cui appartiene Elettronica Santerno, la “madre” di Sirio, seconda produttrice in Italia di inverter per impianti fotovoltaici) e la Magneti Marelli. Una start-up elettrica che spera di trovare imprenditori interessati a sostenerla. L’accordo sottoscritto dalla Regione con Hera ed Enel (unico nel panorama italiano) per l’installazione, da Reggio Emilia a Rimini, a costo zero per gli enti locali, di 80 colonnine di ricarica di veicoli elettrici, ne è il “carburante” ideale.

 

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.