In occasione del question time settimanale sulla pandemia, mercoledì scorso ho chiesto alla giunta regionale chiarimenti su alcune segnalazioni, molto preoccupanti, che mi erano arrivate relativamente alle prenotazioni del vaccino anti #Covid per la fascia d’età 1936-1941. Raccogliendo il malumore e lo stupore di diverse persone che mi avevano contattata, ho informato la giunta che, a #Bologna, alcune persone di quella fascia d’eta avevano prenotato la vaccinazione una settimana prima della data ufficiale di avvio prenotazioni, fissata per il primo marzo, ottenendo in questo modo appuntamenti molto anticipati rispetto a chi aveva rispettato le regole.
Nella risposta la giunta ha chiarito, scusandosi, che questi “salta-la-coda” sono stati resi possibili dalla scelta dell’AUSL di Bologna di configurare il proprio sistema di prenotazione in maniera diversa da quanto indicato dalla
Regione Emilia-Romagna
, permettendo agli 80-85enni di aggirare la data di avvio prevista. Il tutto, mi è stato spiegato dalla giunta regionale, senza nemmeno informare in maniera trasparente nè la Regione nè i cittadini, alcuni dei quali l’hanno appreso direttamente dai farmacisti.
Ho ricevuto anche rassicurazioni che la giunta sta lavorando con le Ausl per l’allineamento delle agende e per evitare il ripetersi di casi simili, che rischiano di minare la fiducia dei cittadini nella sanità, proprio in un momento in cui abbiamo bisogno di coesione e di una grande accelerazione delle #vaccinazioni.
Insieme alle norme corrette di comportamento, la vaccinazione è infatti l’unica difesa che abbiamo a disposizione. È banale ripeterlo, ma con i contagi fuori controllo e gli ospedali sotto pressione, l’Italia è sempre più rossa. Contiamo che il nuovo governo intervenga per garantire forniture adeguate di vaccini.
Da parte nostra stimoleremo la Regione Emilia-Romagna a fare ogni sforzo possibile.
E continueremo a raccogliere e segnalare irregolarità e disfunzioni che accrescono disagio e allarme sociale.