Siamo seri (almeno proviamoci): la #transizione ecologica non si fa con le trivelle. Per chi dubitava della caratura ambientalista del neo ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, oggi sono arrivate le prime conferme: il via libera alla Valutazione di Impatto Ambientale di ben 11 nuovi pozzi per idrocarburi, di cui uno anche esplorativo. Il tutto nel mare Adriatico (tra Veneto e Abruzzo), nel canale di Sicilia e, a terra, in Emilia-Romagna, in provincia di Modena. Inoltre, sempre in Emilia-Romagna, in provincia di Bologna, approvato anche l’avvio della produzione di un pozzo già esistente a metano.
Più in dettaglio, si tratta di un nuovo pozzo Eni di fronte ad Ancona; due nuovi pozzi di fronte al delta del Po tra Veneto ed Emilia-Romagna (Po Valley Operations Pty Ltd); un nuovo pozzo Eni tra Abruzzo e Marche di fronte a San Benedetto del Tronto; un nuovo pozzo di ricerca Eni di fronte a Licata (Canale di Sicilia); sei pozzi Siam sulla terraferma in provincia di Modena; e messa in produzione del pozzo Podere Maiara in provincia di Bologna (Po Valley Operations Pty Ltd).
È molto più di un passo indietro: è una mossa che va nella direzione diametralmente opposta a quanto ci chiedono l’Europa con il #GreenDeal e la Legge sul #clima, e le migliaia di giovani che, spaventati per il loro futuro sul Pianeta, sono scesi in piazza per sollecitare i decisori politici a consegnare al passato l’era dei combustibili fossili.
Una scelta aggravata dal reiterato rifiuto a ridurre i sussidi che il medesimo Ministero dell’Ambiente da alcuni anni censisce e qualifica come “Sussidi ambientalmente dannosi”!
A questo punto a noi Verdi\Europa Verde non resta che opporci alle nuove estrazioni fossili. Lo faremo a fianco dei cittadini e delle associazioni che ci chiedono una vera svolta verde.
Stop a nuove trivellazioni, stop agli interessi delle lobby fossili.
Chiudiamo questo capitolo, se vogliamo abbassare nei fatti la febbre al pianeta. Il resto sono solo chiacchiere e distintivo!