Una road map puntuale per far diventare l’Emilia-Romagna regione glifosato-free, a cominciare dal divieto immediato del suo utilizzo in tutte le aree urbane extra agricole. È la richiesta principale contenuta nella risoluzione che ho depositato in Assemblea Legislativa per impegnare la Giunta regionale a mettere in campo tutte le azioni necessarie all’eliminazione di un prodotto dannoso per la salute delle persone e per l’ambiente.
Nel corso degli anni sono state realizzate molte ricerche sulla nocività del glifosato. Un gruppo di esperti dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione ha esaminato tutti gli studi esistenti sui possibili effetti del prodotto sull’uomo e gli animali. L’analisi approfondita si è conclusa nel 2015 con la decisione di inserire il glifosato nella lista delle sostanze “probabilmente cancerogene”. Un parere ribaltato dall’EFSA nel 2017 con un giudizio che ha permesso all’Unione Europea di rinnovare fino al 15 dicembre 2022 l’autorizzazione all’uso dell’erbicida. In Emilia-Romagna uno studio pilota sugli effetti degli erbicidi a base di glifosato sui ratti è stato realizzato dall’Istituto Ramazzini. I risultati hanno mostrato che questi prodotti sono in grado di alterare alcuni importanti parametri biologici, con particolare riguardo allo sviluppo sessuale, alla genotossicità, e al microbioma intestinale.
La Regione Emilia-Romagna, nel 2018, ha avviato, tramite l’Arpae, un monitoraggio sulla presenza del glifosato nelle acque: i risultati indicano che in tutti i 205 campionamenti effettuati sono stati rinvenuti sia glifosato sia il suo metabolita AMPA.
In un contesto del genere andrebbe quantomeno applicato per lo meno il principio di precauzione. Come Verdi chiediamo di puntare alla messa al bando totale di un prodotto che non è compatibile né con le buone pratiche agricole, né con l’esigenza di tutelare la salute di lavoratori e consumatori e di ridurre l’inquinamento delle acque.
In tutto il mondo ci sono città che hanno avviato percorsi per eliminare il glifosato. Marche e Toscana si stanno già muovendo in questa direzione. Di recente anche l’Effat, la Federazione europea dei lavoratori alimentari, agricoli e del turismo, a cui aderisce anche Flai-Cgil, ha preso una posizione netta contro il glifosato, chiedendo un divieto immediato del suo utilizzo nel processo di rinnovo fissato alla fine del 2022.
Per l’Emilia-Romagna la messa al bando del glifosato rappresenterebbe anche un ulteriore elemento di qualificazione dell’importante comparto agroindustriale regionale, che dovrà caratterizzarsi sempre più per salubrità oltre che per qualità organolettica e tipicità.
Con la risoluzione di Europa Verde chiediamo anche che la Regione preveda misure di sostegno agli agricoltori che si impegnano a ridurre da subito l’utilizzo dei prodotti fitosanitari di sintesi chimica e del glifosato. L’obiettivo di riferimento deve essere l’ampliamento progressivo delle superficie agricole coltivate con il metodo biologico.