Al momento stai visualizzando NUOVO POLO LOGISTICO EX SOS BEGHELLI A CRESPELLANO: NO AL CONSUMO DI SUOLO
Ancora #consumodisuolo agricolo, e ancora una volta per un #polo #logistico! Ne ho parlato oggi in Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità dell’Assemblea legislativa Emilia-Romagna dove ho presentato un’interrogazione alla Giunta sulla proposta, recentemente approvata dal Consiglio Comunale di #Valsamoggia, di accordo di programma in variante alla pianificazione urbanistica che autorizza la realizzazione di un nuovo polo per la grande logistica a Crespellano, nell’area adiacente all’autostrada. Il progettato polo logistico interessa un’area di circa 190.000 metri quadri, parte della quale costituita da aree industriali dismesse, come la vecchia sede di SOS #Beghelli, ma comprendente anche terreno ad uso agricolo (86.700 metri quadri). Si tratta di un’opera che andrebbe a pesare negativamente sulla viabilità esistente con l’incremento del trasporto merci su gomma. Al progetto è stato riconosciuto dal Comune di Valsamoggia e dalla Città metropolitana di Bologna il carattere di opera “di rilevante interesse pubblico”, per cui, ai sensi dell’articolo 60 della Legge urbanistica regionale del 2017, gli si è consentito di bypassare la procedura di VIA.
Per questo motivo ho chiesto alla Giunta se ritenga questo nuovo Polo logistico un progetto “di rilevante interesse pubblico” tale da poter godere della procedura semplificata accordata dal Comune; e se non consideri le modifiche proposte al PTM (Piano Territoriale Metropolitano) e al PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile metropolitano) in contrasto con gli obiettivi di riduzione del consumo di suolo previsti dalla legge urbanistica regionale.
Per noi Verdi la risposta è due volte “no”: siamo di fronte all’ennesima richiesta di variazione degli strumenti urbanistici per permettere l’espansione del settore logistico, che da anni è in piena crescita e dietro al quale spesso si muovono dinamiche di natura finanziaria e speculativa, e non produttiva. Nel solo territorio della Città Metropolitana di Bologna risultano attualmente in corso pratiche per nuove strutture logistiche per 316 ettari di superficie territoriale e per 1.316.000 metri quadri di superficie utile. Occorre fermare lo sprawl logistico che interessa l’intera regione e incrementa il consumo di suolo e il trasporto merci su gomma.
Dalla risposta dell’assessora Barbara Lori ho preso atto che non è competenza della Regione intervenire su decisioni prese da enti territoriali, ma anche che non è ancora conclusa la procedura preliminare. Mi auguro quindi che ci sia ancora la possibilità di rivedere la variante alla pianificazione urbanistica. Resta il fatto che siamo in presenza di un progetto che viene favorito da un iter procedurale semplificato di variante urbanistica senza avere le caratteristiche – secondo Europa Verde e le associazioni ambientaliste che hanno pubblicamente protestato – di “opera di rilevante interesse pubblico”.
Il settore della logistica presenta diversi aspetti problematici anche rispetto al lavoro: le condizioni lavorative non di rado sono sotto il minimo sindacale della sicurezza. Inoltre, bisogna considerare la sua natura spesso meramente speculativa per incrementare il valore dei terreni agricoli trasformati in aree produttive ed edificabili.
Autorizzare il consumo di suolo per la creazione di nuovi impianti logistici significa fare un pessimo uso del territorio, che al contrario è un bene prezioso e limitato, come la stessa Regione ha riconosciuto approvando la Legge regionale n.24 del 2017 sull’azzeramento del consumo di suolo al 2050.
Ribadiamo la richiesta fatta in passato alla giunta regionale: non si può lasciare ai singoli comuni la facoltà di autorizzare i poli logistici. Per usare un’espressione sicuramente abusata ma molto efficace occorre stabilire una cabina di regia regionale che sovrintenda alle autorizzazioni in una visione di livello regionale. O sarà la logistica che ci seppellirà.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.