Nell’ultima seduta, l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato una risoluzione presentata dal Movimento 5 stelle con cui si chiede alla Giunta regionale di premere su Governo e Parlamento affinché sia assicurata la gradualità nell’incremento delle spese militari già deliberate, con l’impegno a raggiungere la media di spesa dei Paesi dell’Unione europea aderenti alla Nato e il conseguimento dell’obiettivo del 2% del Pil.
Il mio è stato l’unico voto contrario a questa risoluzione. Nei miei due interventi in Aula (che potete scaricare dal link pubblicato sotto), ho ribadito la netta opposizione di Europa Verde alla decisione di Governo e Parlamento di incrementare le spese militari, che peraltro erano già state aumentate dai due governi a guida Giuseppe Conte, fino a sfiorare nel 2022 la cifra record di 26 miliardi di euro. E’ inaccettabile tagliare i fondi alla Scuola e non adeguare le risorse statali a copertura delle spese straordinarie sostenute dalle Regione nel contrasto alla pandemia, e contemporaneamente aumentare quelle destinate all’acquisto di armamenti.
Se davvero vogliamo dare un segnale forte dall’Emilia-Romagna, come hanno dichiarato i firmatari della risoluzione, occorre dire basta all’incremento delle spese militari, anziché invocare impegni già presi con la Nato per giustificare la richiesta di un consolatorio dilazionamento della spesa.
Il mio voto contrario è stato coerente sia con quello dei deputati di Europa Verde che hanno bocciato gli aumenti, sia con la risoluzione che ho depositato in Regione un mese fa per impegnare la Giunta e l’Assemblea legislativa a promuovere, nelle sedi opportune, la conoscenza e gli obiettivi della petizione a sostegno del Manifesto per il Dividendo Globale per la Pace (https://peace-dividend.org). Si tratta di una proposta di scienziati e premi Nobel rivolta ai governi di tutto il mondo perché, per cinque anni, riducano del 2% delle spese militari annuali, destinando le risorse risparmiate alla creazione di un fondo di mille miliardi di dollari entro il 2030 per la lotta contro i cambiamenti climatici, le pandemie e la povertà.
Lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), l’Istituto internazionale di studi sulla pace di Stoccolma che ogni anno elabora un rapporto sul commercio internazionale dei sistemi d’arma, ha evidenziato che per evitare il collasso climatico servirebbero, da qui al 2050, 44 mila miliardi di dollari di investimenti, ovvero molto meno della spesa in armi prevista a livello mondiale, sempre al 2050, che è di 58 mila miliardi di dollari. Insomma, le risorse necessarie per curare il clima e contrastare pandemie e povertà ci sono. Purtroppo si preferisce investirne molte di più per distruggere il Pianeta e distruggerci.
Qui il link al mio intervento: https://fb.watch/d1Vxo-3SOx/