A differenza della Lombardia, il sistema sanitario dell’Emilia-Romagna fa affidamento prioritariamente alle strutture #sanitariepubbliche. Tuttavia anche qui si fa ricorso a convenzioni con la #sanitàprivata, in misura variabile da un Asl provinciale all’altra. Per questo, ho depositato un’interrogazione alla Giunta regionale per capire a quali fattori si possono attribuire le marcate differenze tra le province rispetto al numero dei #posti #letto privati convenzionati nelle strutture ospedaliere in rapporto sia ai posti pubblici disponibili in quei territori sia alla quota di 100mila abitanti.
Dall’informativa che prende in esame i dati relativi al 2019 – che avevo ricevuto in risposta ad una precedente interrogazione – emerge che nelle province di Ferrara e Reggio Emilia la percentuale di posti privati sul totale dei posti letto disponibili si ferma sotto al 16% (13,9 a Ferrara e 15,3 a Reggio Emilia), in altre sale ad oltre il doppio (33,1 a Rimini e Forlì-Cesena, 32,3 a Piacenza, 33,6 a Parma, sino al 37,6% di Ravenna). Una situazione intermedia si rileva nella città metropolitana di Bologna, con un 23,5% di posti letto privati, e nella provincia di Modena, con il 20,1%.
Analoga disparità è emersa rispetto al rapporto tra numero di abitanti e posti privati convenzionati. Si va da Reggio Emilia dove sono presenti 51 posti-letto ogni 100 mila abitanti, a Ravenna il numero sale a 160. A Ferrara i posti letto sono 54 ogni 100 mila abitanti; 71 a Modena; 108 a Bologna, 122 a Piacenza, 126 a Forlì Cesena, 128 a Rimini, 156 a Parma e ben 160 a Ravenna.
Nell’interrogazione chiedo anche se le #Asl conducano un #monitoraggio comparativo tra assistenza nelle strutture ospedaliere pubbliche e in quelle private convenzionate al fine di valutare la qualità dei servizi offerti, il loro costo, il gradimento da parte degli assistiti e i tempi d’attesa.
Per Europa Verde la salute è un diritto e non una “merce” da lasciare alle dinamiche del libero mercato. Il ricorso a convenzioni con la sanità privata è accettabile quando e dove la sanità pubblica sia carente, sulla base di un monitoraggio dettagliato dei servizi sanitari pubblici disponibili sui territori. Ma bisogna evitare che si finisca per avere due sistemi sanitari paralleli – uno pubblico e uno privato convenzionato. L’uscita – si spera – dalla pandemia deve servire a impostare una sanità pubblica di prossimità e a colmare, in primis, le due odierne emergenze nel pubblico: fuga dei medici dai pronto soccorso e il sottodimensionamento dei medici di medicina generale. Per rispondere a quest’ultimo problema bisogna abolire i numeri chiusi per l’iscrizione a Medicina e avviare una programmazione seria degli accessi all’Università sulla base del reale fabbisogno, e non di un generico numero chiuso.
Europa Verde continuerà a monitorare questo settore. E appena riceveremo la risposta della giunta all’interrogazione, ne condivideremo il contenuto.