Al momento stai visualizzando STOP ALL’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO. L’EMILIA-ROMAGNA SI OPPONE ALL’AUMENTO DEI LIMITI DI ESPOSIZIONE
Buone notizie: nel corso del question time in Assemblea legislativa, la Giunta regionale ha accolto la richiesta di Europa Verde di opporsi all’aumento limiti di esposizione ai #campi #elettromagnetici nel rispetto della tutela della #salute della popolazione. Sono molto soddisfatta: l’esposizione agli effetti dei campi elettromagnetici da radiofrequenze è uno di quelli che da anni solleva preoccupazioni nella cittadinanza, anche se i telefoni cellulari fanno ormai parte della pressocchè generale quotidianità.
La richiesta di modificare i limiti di legge attualmente in vigore era stata avanzata lo scorso febbraio da Assotelecomunicazioni (Asstel) al Senato, nell’ambito della discussione sul Disegno di legge sulla Concorrenza. Più in dettaglio, si chiedeva un innalzamento dei valori di esposizione elettromagnetici da 6 V/m a 61 V/m, motivandolo con l’adeguamento alle soglie più alte vigenti in altri paesi europei e al limite di 61 V/m previsto dalla raccomandazione CE 1999/519/CE. Inoltre, si puntava a depotenziare il ruolo dei Comuni, ad esempio privandoli della competenza sulla minimizzazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici e sull’individuazione dei siti sensibili.
Diverse esperienze italiane ed internazionali confermano che il limite di 6 V/m è pienamente compatibile con l’espansione delle telecomunicazioni ed in particolare del 5G. Numerose evidenze e indagini scientifiche, come quelle dell’Istituto Ramazzini di Bologna e del National Toxicology Program del governo americano, hanno dimostrato l’insorgenza di effetti biologici non termici fino all’insorgere di rare forme tumorali. Inoltre, nel 2011 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS (IARC) ha classificato i Campi Elettrici a Radio Frequenza (CEMRF), soprattutto quelli generati dal telefono cellulare, come “possibili cancerogeni per l’uomo” per l’aumento di tumori del cervello e del nervo acustico negli utenti che avevano fatto un uso intenso del telefono cellulare.
Dopo essere intervenuta con un’interrogazione nell’aprile 2021, oggi ho deciso di tornare su questo tema per chiedere l’impegno della Giunta ad opporsi in tutte le sedi di sua competenza ad ogni allentamento delle attuali soglie-limite di esposizione ai campi elettromagnetici prodotti dalle radiofrequenze. La risposta in Aula da parte dell’assessora Irene Priolo mi ha soddisfatta pienamente poiché la Giunta ha definito insostenibili tali richieste. Inoltre, ritengo positivo che sui campi elettromagnetici e il 5G prosegua il lavoro che coinvolge gli Assessorati all’ambiente e alle politiche per la salute e le Aziende Usl.
Per Europa Verde il principio di #precauzione non può essere messo in discussione e nel prossimo Parlamento, dopo il voto del 25 settembre, i nostri eletti (speriamo tanti) si batteranno affinché non venga modificata la normativa attualmente in vigore. E solleciteranno la rapida conclusione della ricerca sugli effetti sulla salute dell’esposizione ai campi elettromagnetici finanziata dal Ministero dell’ambiente e svolta dal sistema nazionale delle ARPA, da Istituto superiore della sanità, Cnr ed Enea.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.