Al momento stai visualizzando PIANO ENERGETICO REGIONALE: APPROVATI GLI ODG DEI VERDI SUL PIANO DI INVESTIMENTI

Anche con il voto favorevole di Europa Verde, l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato ieri il Piano Triennale di Attuazione del Piano Energetico 2022-2024, che stanzia 4,5 miliardi di euro, che salgono ad 8 miliardi grazie all’effetto-leva sugli investimenti privati. E’ un piano di investimenti senza precedenti, concentrato su due annualità, che può dare la spinta necessaria alla svolta energetica verde della regione. Resta, ovviamente, il nostro noto dissenso sul rigassificatore che verrà installato a Ravenna, e sulla prospettiva di nuove trivellazioni offshore e onshore. Va ricordato, però, che si tratta, con tutta evidenza, di misure decise dal governo, che non incidono sul piano di investimenti e risorse a sostegno di rinnovabili ed efficientamento energetico

Non posso nascondere la soddisfazione per l’approvazione del sostanzioso pacchetto degli emendamenti e degli ordini del giorno presentati da Europa Verde, un contributo di idee e proposte che ha contribuito ad arricchire e  migliorare gli obiettivi del Piano.

Scendendo nel dettaglio, l’ordine del giorno impegna la Giunta regionale a definire un provvedimento che promuova, attraverso incentivi e/o facilitazioni normative, l’installazione di impianti fotovoltaici sulle aree e le infrastrutture dedicate a parcheggi. In attesa che anche a livello nazionale si provveda ad emanare una norma analoga, l’ordine del giorno si ispira alla legge approvata dal Senato francese lo scorso 4 novembre che rende obbligatoria la copertura con pannelli fotovoltaici di tutti i parcheggi con oltre 80 posti-auto realizzati, in corso di realizzazione e futuri.

Per quanto riguarda gli emendamenti, uno riguarda la promozione dei parchi agro-solari tramite installazione di impianti fotovoltaici flottanti nelle cave dismesse trasformate in bacini idrici a fini irrigui; un altro il sostegno alla diffusione degli impianti solari termici e geotermici a bassa entalpia (quella che sfrutta la temperatura costante di 15 gradi ad una profondità di 100-120 metri sottoterra); un terzo emendamento impegna la Regione a sostenere il progetto “Riviera Adriatica Eolico-Solare”, che combina i parchi eolici offshore con il solare termico e fotovoltaico sulle ricoperture degli stabilimenti balneari e delle strutture ricettive, creando così una sorta di marchio di richiamo turistico “Riviera Adriatica carbon-free”; altri due emendamenti sostengono la decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento negli interventi di riqualificazione del patrimonio sia privato che pubblico. Infine, fra le azioni che riguardano la mobilità intelligente e sostenibile, Europa Verde ha fatto inserire nel Piano lo sviluppo e il potenziamento delle strade scolastiche, un importante incentivo a favore degli spostamenti a piedi e in bicicletta e all’abbandono dell’automobile come mezzo principale per accompagnare a scuola i figli.

Infine, un ulteriore ordine del giorno – che presenterò in altra sede, ma che rientra nella tematica del Piano – impegna la Giunta a prevedere una premialità – nei bandi di finanziamento della Comunità energetiche che al loro interno comprendono imprese – per le aziende in possesso di Certificazione Sociale d’Impresa che facciano investimenti in progetti di sicurezza ambientale, miglioramento delle condizioni di lavoro e sviluppo della comunità locale, favorendo il consumo condiviso di elettricità ed energia da fonti rinnovabili.

Tagliato il traguardo dell’approvazione del Piano, ora bisogna correre con l’attuazione. Il Piano, che nasce con il peccato originale di essere figlio di un Piano energetico tarato su obiettivi di legge lontanissimi da quelli odierni fissati dalla Legge sul Clima Europea, si dà come target al 2024 di raggiungere il 22% di consumi finali di energia coperti da fonti rinnovabili. E’ evidente il gap rispetto al 100% fissato al 2035 dal Patto lavoro e Clima, tanto più che la stessa Confindustria Emilia ha dichiarato, un paio di settimane fa, che le imprese della regione sono ferme ad un misero 3% di contributo energetico da rinnovabili alla copertura dei loro consumi.

Bene, dunque, lo stanziamento di risorse. Ma è solo il primo, pur importantissimo passo, per avviare davvero la transizione energetica dell’Emilia-Romagna, che nel proprio bilancio emissivo di gas serra sconterà, purtroppo, il contributo del rigassificatore e delle trivellazioni.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.