Europa Verde alla Giunta dell’Emilia-Romagna: avviare gli interventi per scongiurare la crisi idrica nel bacino del torrente Enza
Oggi ho depositato un’interrogazione con cui chiedo alla giunta regionale aggiornamenti sulle ipotesi e sullo stato di avanzamento della realizzazione dei progetti prospettati sul breve e medio periodo per risolvere i problemi di scarsità della risorsa idrica nel bacino dell’Enza a cavallo tra le provincie di Reggio Emilia e Parma.
Queste alcune richieste nell’interrogazione di Europa Verde: come sta procedendo la realizzazione dei progetti di risparmio idrico, razionalizzazione degli usi e riequilibrio della disponibilità idrica a scala locale sul breve e medio periodo previsti dallo studio dell’Autorità di Bacino del Po del 2020? A che punto è il progetto di utilizzo, anche a fini irrigui, della cassa di espansione di Montecchio Emilia? Come si intendono integrare le scelte sulla progettazione di un grande invaso a Vetto con il processo di definizione del “Contratto di Fiume del torrente Enza”, inaugurato nel gennaio 2021 e non ancora aperto alla partecipazione di associazioni e cittadini?
Si è parlato molto in questi mesi della possibilità di costruire un invaso di grandi dimensioni nella Valle dell’Enza, e da più parti è arrivata la sollecitazione a fare presto. Non vorrei che tutta l’attenzione dedicata alla costruzione di questa grande infrastruttura – che comporterà non meno di un decennio per essere ultimata e l’investimento di immense risorse – ci facesse perdere di vista l’obiettivo di ridurre nel breve e medio periodo il deficit idrico nel bacino della Val d’Enza e scongiurare il ripetersi nei prossimi anni di crisi come quella dovuta alla siccità di quest’anno. È necessaria la realizzazione di tutte le opere che già nel breve e medio periodo possono contribuire a ridurre il deficit idrico dell’area: eliminando gli sprechi, razionalizzando l’uso dell’acqua e riequilibrando la disponibilità idrica attraverso la creazione di piccoli invasi nelle ex cave dismesse, il ripristino o l’utilizzo a fini irrigui di infrastrutture esistenti, portando una risposta tempestiva a chi sul territorio ogni anno si trova ad affrontare le ricorrenti crisi innescate dalla siccità.
Considerata la vulnerabilità del territorio e la complessità dei progetti che vi si intendono realizzare, ho sollecitato anche la giunta regionale a valutare l’opportunità di affiancare al lavoro di progettazione e di realizzazione delle opere infrastrutturali un comitato scientifico in grado di supportare il lavoro istituzionale e di monitorare in corso d’opera la situazione della Val d’Enza anche sotto il profilo ambientale.