Gli armamenti non conoscono crisi: è un’industria fiorente sostenuta dalle spese militari degli Stati, che nel 2022 hanno toccato la cifra monstre di 2100 miliardi di dollari. E sono in aumento. Anche quelle italiane, stimate in circa 26 miliardi di euro, vedono nel 2023 un ulteriore incremento di 800 milioni. Niente di nuovo: il governo Meloni sta proseguendo sulla strada tracciata dai governi Conte 1 e Conte 2 e da Draghi. Una condizione che stride con il sentire comune degli italiani, confermato dall’ultimo sondaggio realizzato da SWG per conto di Greenpeace. I dati parlano chiaro: il 55% degli intervistati boccia la proposta del governo di portare il budget della Difesa al 2% del Pil entro il 2028. Solo il 23% si è detto favorevole ad aumentare la spesa militare. Netto anche il consenso a favore dell’abbandono dei fossili: il 53% delle persone intervistate ritiene inoltre che “alla luce dell’attuale situazione internazionale politica ed energetica” l’Italia debba investire “esclusivamente” (27%) o “in gran parte” (26%) nella transizione energetica. Solo il 22% ritiene che il Paese debba puntare “in egual misura tra fonti fossili e transizione energetica”. Marginali le percentuali di chi vuole che l’Italia investa “in gran parte” (6%) o “esclusivamente” (3%) nelle fonti fossili.
Una indicazione chiara, rafforzata anche dall’opinione degli italiani sulla tassazione degli extraprofitti: maggioranza schiacciante sulla proposta di tassare al 100 per cento gli extra profitti delle aziende del gas e del petrolio e utilizzare il ricavato per contrastare il caro bollette (80%) e investire in energie rinnovabili (76%). Più di due italiani su tre (69%), inoltre, vorrebbero tassare anche gli extra profitti delle aziende della difesa. Taglio delle spese militari e transizione energetica sono obiettivi che non ci sorprendono: dalla nostra fondazione sono nel Dna dei Verdi e nel nostro agire politico quotidiano. Potrei citare la mia risoluzione, approvata dall’Assemblea legislativa Emilia-Romagna, a sostegno del dividendo per la pace, che prevede il taglio alle spese militari del 2% l’anno e la creazione di un fondo per contrastare povertà, pandemie ed emergenza climatica. Un’iniziativa promossa da 50 premi Nobel che ho voluto rilanciare nelle istituzioni e in alcuni momenti di confronto pubblico. Per questo sostengo la petizione lanciata da Greenpeace Italia per chiedere al governo italiano di tassare al 100 per cento gli extra profitti delle industrie fossili, ridistribuirli alle persone per difendersi dal caro bollette e investire nelle energie rinnovabili.