La divergenza di vedute tra Europa Verde e la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna sul progetto della bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo non è certo una novità. Tuttavia, con l’interrogazione che ho presentato oggi in Aula, pensavo che si potesse aprire un percorso di ripensamento di questa infrastruttura, dal momento che a Europa Verde risulta che è la stessa società concessionaria ad aver bloccato l’apertura dei cantieri.
La drammatica alluvione che ha colpito il nostro territorio ha evidenziato e aggravato la fragilità idrogeologica della nostra regione. Per questo, opere obsolete come la Sassuolo-Campogalliano, il cui progetto originario nasce nel 2004, e il progetto esecutivo nel 2020, mal si conciliano con la necessità di ridurre drasticamente il consumo e l’impermeabilizzazione di suolo, e l’urgenza di spingere a favore del potenziamento del trasporto merci e passeggeri su ferro.
È quanto ha proposto lo scorso 27 maggio il Comitato “No bretella – Sì mobilità sostenibile”, insieme ai Verdi di Modena, nel corso di un incontro pubblico a Formigine per fare il punto sulla bretella Sassuolo-Campogalliano definita un progetto “inutile, dannoso, costoso, obsoleto e limitante”.
Puntare sulla rotaia è anche la scelta più coerente con il trasporto merci su ferro in Austria e Svizzera, Paesi che la bretella intende collegare al settore ceramico di Sassuolo tramite l’allaccio alla A22 del Brennero. Paesi le cui politiche dei trasporti adottate da anni dovrebbero portare a ripensare scelte rese obsolete dai cambiamenti climatici in atto e dall’inquinamento atmosferico nella pianura Padana.
Dalla risposta della Giunta è trapelato che è in corso un riesame per riequilibrare il Piano economico finanziario dell’opera, a carico di Autocs Spa e governo. E che non è stata ancora rinnovata la concessione autostradale, due circostanze che potrebbero spiegare il blocco dei cantieri, dopo che in pieno lock down erano stato avviati gli espropri.