Al momento stai visualizzando EOLICO OFFSHORE GALLEGGIANTE: 1,3 MLN di OCCUPATI IN ITALIA E 255,6 MLD DI INDOTTO
Nel mondo delle rinnovabili c’è un nuovo settore che si sta affacciando sul mercato: è l’eolico offshore galleggiante, ovvero gli impianti eolici flottanti situati in mare aperto. Considerata la lunghezza delle nostre coste questo settore potrebbe rappresentare un’opportunità per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di transizione energetica dell’Italia. Almeno stando alle stime formulate dal Global Wind Energy Council e presentate al recente Forum Ambrosetti, stime che classificano l’Italia come terzo potenziale mercato mondiale per questa tecnologia. Data la profondità e la morfologia dei fondali dei nostri mari, l’eolico flottante rappresenterebbe per l’Italia il 97% del potenziale eolico offshore complessivo (comprensivo quindi di quello su piloni). Eolico offshore fisso che costituisce appena il 7% della potenza eolica complessivamente installata in Italia (dati 2021).
👉🏼 Secondo quanto dichiarato a Cernobbio dalla Floating Offshore Wind Community (un progetto creato da The European House – Ambrosetti insieme a Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia) la diffusione dell’eolico offshore flottante porterebbe in dote all’Italia anche interessanti vantaggi di ordine economico ed occupazionale: si parla infatti dell’attivazione di un indotto pari a 255,6 miliardi di euro e di 1,3 milioni nuovi occupati. Di questo nuovo comparto industriale beneficerebbero alcuni settori chiave per l’Italia, in particolare quello dei prodotti metallici, dei materiali da costruzione, della meccanica avanzata, delle naval-meccanica e delle attrezzature elettriche.
👉🏼 Tra le aree del Paese con maggiore potenzialità di sviluppo di questa tecnologia, secondo il Marine Offshore Renewable Energy Lab e il Politecnico di Torino, spiccano Sardegna, Sicilia e Puglia, regioni che peraltro mostrano un gap di rinnovabili da colmare, rispetto agli obiettivi-Paese, rispettivamente del 128%, del 115% e del 50%.
🟢 Ci sarà da fidarsi delle mirabolanti stime presentate al Forum Ambrosetti? Su questo ho preferito sentire il parere di un autentico esperto di rinnovabili, ossia il direttore scientifico di Kyoto Club Gianni Silvestrini. Secondo Silvestrini “si tratta di un’impegnativa sfida tecnologica che può diventare un importante stimolo per la reindustrializzazione green del Sud. Con la consapevolezza”, ha puntualizzato, “che lo sviluppo dell’offshore flottante rappresenta un potenziale teorico, il cui sviluppo, da seguire con interesse, dipenderà dalla velocità di riduzione dei costi e dai livelli e dalla durata degli incentivi”.
👉 Alla luce del triplice obiettivo della transizione energetica fuori dai fossili, di una minore dipendenza energetica dell’Italia e della creazione di posti di lavoro, l’eolico galleggiante si presenta, almeno sulla carta, come un’opportunità da indagare.
🟠 Intanto, ci accontenteremmo che partissero i due progetti di eolico offshore fisso su piloni di Ravenna e Rimini. Purtroppo nel caso di Rimini continua il balletto anti-impianto delle amministrazioni locali. I palazzoni e gli alberghi che hanno invaso il litorale andavano e vanno bene. Le pale eoliche invece deturperebbero lo skyline.
🟢 Senza una legge cogente sul Clima e un Piano nazionale integrato energia che rispetti gli obiettivi europei, le burocrazie e la miopia politica locale continueranno ad avere la meglio sulla transizione energetica verde.
👉 È quindi fondamentale che l’Italia si doti delle leggi in grado di imprimere la giusta spinta – sempre nel rispetto delle procedure di Via – per superare gli ostacoli di ordine autorizzativo che rallentano lo sviluppo di tecnologie già consolidate come l’eolico offshore. Figuriamoci cosa potrà succedere con una tecnologia nuova come l’eolico offshore flottante!

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.