Le valutazioni dell’impatto ambientale dei piani urbanistici comunali devono essere rigorose e supportate da pareri di enti tecnici terzi.
Per questo, con un’interrogazione ho chiesto alla giunta della Regione Emilia-Romagna di chiarire gli intenti della delibera dello scorso 7 agosto, accusata da più parti, comprese Italia Nostra e Legambiente, di depotenziare il ruolo di Arpae nei procedimenti di valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale (ValSAT).
Da giorni questa delibera è al centro di accese polemiche e ha creato allarme. In questa fase post alluvione è cresciuta infatti nei cittadini la sensibilità per la tutela del territorio e la richiesta del massimo rigore nella valutazione dei piani urbanistici.
La delibera della giunta, approvata nel pieno del silenzio agostano, anche all’interno di Europa Verde ha sollevato interrogativi su obiettivi e implicazioni, interrogativi che si aggiungono alle note critiche da parte dei Verdi alla Legge Urbabistica Regionale 24/2017.
Ho ritenuto quindi necessario sollecitare la giunta a garantire la massima trasparenza su forma e contenuto della delibera. Pertanto ho chiesto di chiarire – nella sede istituzionale della competente commissione dell’Assemblea legislativa – le motivazioni e le implicazioni della delibera e, alla luce delle criticità denunciate pubblicamente da vari urbanisti nell’interpretazione giuridica di tale atto, per quale ragione abbia scelto lo strumento della delibera. Un testo in perfetto burocratese che fa riferimento ad un autentico reticolo di leggi regionali urbanistiche (tre per la precisione) e ad altri provvedimenti che regolano gli strumenti di valutazione d’impatto.
La delibera puntualizza che Arpae è tenuta ad esprimere solamente la valutazione di sostenibilità ambientale, mentre non è tenuta nè a fornire contributi tecnici nell’ambito della fase di previa valutazione se non a titolo oneroso sulla base di apposite convenzioni con Province e Città Metropolitana di Bologna, né ad esprimere parere positivo o negativo, che sono in capo a ProvincE e Città Metropolitana, alle quali spetta la titolarità della Valsat.
Domanda legittima: la delibera puntualizza o modifica, indebolendolo, il ruolo di Arpae? E che dire del pagamento dei servizi resi? Era già così nelle pieghe della legge? O è una novità? Ma se è un elemento nuovo, può essere introdotto da una delibera?
Infine, nell’interrogazione chiedo se la Regione non senta l’esigenza di rafforzare il personale di Arpae. Oggi più che mai occorre garantire un presidio tecnico ambientale adeguato all’acuirsi dell’emergenza climatica e alla ricostruzione post-alluvione