Si sta consolidando il movimento internazionale delle chiese, assicurazioni, fondi pensionistici, università e città che si liberano degli investimenti fatti in passato nell’industria delle fonti fossili: nel 2016 l’ammontare dei capitali disinvestiti ammontava nel mondo ad oltre 5500 miliardi di dollari. Un indicatore finanziario dell’insicurezza e non convenienza economica associata ormai al settore fossile, oltre che uno strumento strategico per indebolirlo, liberando risorse da dirottare a favore degli investimenti nelle fonti rinnovabili. In Italia punto di riferimento del movimento è la campagna Divestitaly.
Di tutto questo parlo nell’articolo Fuga dai fossili uscito sul numero di novembre della rivista La nuova ecologia.
L’articolo è accompagnato da un’intervista a Francesco La Camera, direttore generale Sviluppo Sostenibile del ministero dell’Ambiente. NB: nell’intervista La Camera suggerisce di spostare il carico fiscale da salari e investimenti delle imprese verso prodotti e consumi ad alta intensità di emissioni di carbonio (e non a bassa intensità come erroneamente scritto).
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