Grande successo per l’Emilia-Romagna: dall’Arabia Saudita è arrivata la notizia che la Vena del Gesso romagnola, l’Alta Valle Secchia, la Bassa Collina Reggiana, i Gessi di Zola Predosa, i Gessi Bolognesi, le Evaporiti di San Leo e i Gessi della Romagna Orientale sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità #Unesco, sotto la dicitura ‘Carsisimo evaporitico nelle grotte dell’Appennino settentrionale’. La designazione è stata approvata nell’odierna sessione a Riad dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite per la scienza e la cultura.
Davvero un risultato straordinario per la nostra regione e per chi ha lavorato in sede tecnica per arrivare a questo risultato. E brava anche l’assessora regionale BBarbara Lori(che invece di solito interrogo su problemi che riguardano il territorio ), che ha guidato la delegazione regionale in Arabia.
Il riconoscimento ottenuto oggi è importantissimo per tutta l’Italia, che ora conta cinque habitat naturali riconosciuti come Patrimonio Unesco: le Dolomiti, l’Etna, le Eolie e le Faggete vetuste dell’ #Appennino e da oggi anche i sette i siti che costituiscono il “Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale” tra le province di #reggioemilia, #Bologna, #Rimini e #Ravenna. Questi territori sono accomunati dalla presenza di rocce che si sono formate nel corso dei millenni in seguito all’evaporazione delle acque marine che li ricoprivano e alla concomitante concentrazione dei sali minerali tra cui, appunto, il gesso.
Spero che essere diventato ufficialmente Patrimonio Unesco contribuisca a mettere in salvo il Parco della Vena del Gesso Romagnolo lambito dalla cava di #MonteTondo, del cui impatto mi sono più volte occupata raccogliendo gli SOS lanciati dalla Federazione degli speleologi. Ora occorrerà puntare con decisione sulla valorizzazione naturalistica del territorio, accantonando per sempre la richiesta di Saint Gobain, proprietaria della cava, di ampliarne l’area di estrazione, col rischio di danneggiare le Grotte di Tiberio.
E adesso, brindisi!!!!!!!!!!!!!!