Al momento stai visualizzando EVASIONE FISCALE: UN DANNO ALLA COLLETTIVITÀ. BASTA CONDONI!
🔴 Quanto costa al nostro Paese l’evasione fiscale, una sciagura che azzoppa l’Italia? Stando agli ultimi dati completi disponibili per l’anno 2020, il cosiddetto tax gap ammontava a 67,5 miliardi, ai quali vanno aggiunti poco meno di 11 miliardi di contributi non pagati e altri 10 di imposte locali, per un totale di 89,8. In pratica è il 18,5% del dovuto allo Stato, l’equivalente all’incirca di tre manovre di Bilancio. Mentre l’economia del sommerso cuba in Italia circa 170 miliardi (fonte: Dataroom di Milena Gabanelli su Corriere della Sera del 13 novembre 2023, su dati Istat).
👉 Se consideriamo che al 2 gennaio di ogni anno per coprire gli interessi sul debito pubblico (che nel 2023 ha raggiunto la cifra monstre di 2841 miliardi di euro!!!) l’Italia deve pagare “una cambiale” passata da 60,3 miliardi nel 2019 a 81,5 nel 2023, ci rendiamo ancor più conto del danno economico che portano al paese evasori ed elusori fiscali. Recuperando evasione ed elusione, con quella cifra si pagherebbero gli interessi miliardari sul debito pubblico, liberando così risorse per fornire e migliorare servizi pubblici fondamentali, dalla scuola alla sanità. Il tax gap ha quindi un impatto negativo dal punto di vista sociale, perché limita servizi e investimenti. E perché crea una situazione distorta in cui anche chi evade/elude accede ai servizi pubblici pagati dai contribuenti fedeli in regola con il fisco. Una stortura sociale, peggio, una vergogna.
👉L’anno che verrà porterà, pare, una novità ancora più amara. Nel 2024, se l’evasione non verrà ridotta di 15 miliardi, il Pnrr sarà infatti a rischio. Il perché sta tutto in tre punti.
👉 Primo: si contano 32 miliardi di Irpef evasa da lavoratori autonomi e imprese che ad oggi non pagano il 68,3% del dovuto.
👉 Il secondo riguarda l’Iva: ci sono 27,7 miliardi evasi nel 2019, tanto che l’Italia vanta il triste primato di essere il primo Paese d’Europa per ammontare di Iva evasa, mentre – sorpresa – in evasione fiscale ci batte la Germania.
👉 Il terzo è il lavoro nero, che ha fatto registrare 12,7 miliardi di contributi non versati, dato che oltretutto è in continua crescita. E la campionatura non mente: nel 70% delle aziende ispezionate sono state riscontrate irregolarità.
👉La risposta dei governi di destra all’evasione è sempre stata quella del condono e dei concordati, che non fanno che alimentare l’evasione, in attesa dell’ennesimo condono, magari mascherato come concordato. Una prassi che noi Verdi #EuropaVerde abbiamo sempre criticato. E che, puntualmente, si ripete: anche il governo Meloni vuole attivare un concordato preventivo (esclusa l’Iva) per i prossimi due anni, da replicare nei due successivi. Il concordato si rivolge a contribuenti titolari di lavoro autonomo e reddito da impresa non superiore a 5 milioni di euro, una platea di circa 4 milioni di soggetti dei quali appena 1.134.594 (il 28%) in regola con il fisco.
💻 Ma gli evasori totali si possono scovare? La risposta è sì, certamente. Lo dimostrano anche i dati 2022, con un recupero record dell’evasione pari a 20,2 miliardi di euro riportati nelle casse dello Stato per effetto della complessiva attività dell’Agenzia delle Entrate. Ma si potrebbe anche guardare ai modelli vincenti di altri paesi nella caccia all’evasore. I francesi, ad esempio, nella Legge di Bilancio 2020 hanno attribuito alle autorità fiscali la facoltà di controllare la veridicità delle dichiarazioni fiscali attraverso le informazioni presenti sui social network e le piattaforme. Esempio: se sul web compare una società che ricerca personale ma non è nota al fisco è chiaro che c’è un problema di evasione.
È successo anche a Bologna, nei confronti di una serie di gestori di appartamenti per affitti brevi: non pagavano tasse ma comparivano sulle piattaforme dedicate. Se il digitale oggi aiuta l’evasione, per compensazione può però aiutare ad incrociare i dati e a stanare i contribuenti infedeli.
Perché dove non può la coscienza individuale, devono intervenire tecnologia e repressione implacabile.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.