Al momento stai visualizzando ORTAZZO E ORTAZZINO, NUOVA INTERROGAZIONE DEI VERDI: SALVATE LA ZONA C!

Oggi sono tornata ad occuparmi del comparto Ortazzo e Ortazzino nel Parco del Delta del Po. L’ho fatto con un’interrogazione alla giunta regionale a seguito dell’annuncio dello 𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗮𝘀𝗶 𝟱𝟬𝟬𝗺𝗶𝗹𝗮 𝗲𝘂𝗿𝗼 da parte di Regione Emilia-Romagna e Comune di Ravenna per l’acquisto delle aree del comparto classificate (in base al livello di tutela) A e B. Una notizia buona solo a metà: e l’area C, la meno tutelata, come mai è esclusa dall’esercizio del diritto di prelazione dell’Ente Parco del Delta e resta in mani private?

👉🏽 Nell’interrogazione chiedo perché solo oggi emerga 𝗹’𝗲𝘀𝗰𝗹𝘂𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗿𝗲𝗮 𝗖 da tale diritto, in contrasto da quanto quanto indicato nel contratto di compravendita tra l’Immobiliare Lido di Classe SpA e la CPI Real Estate Italy SpA dell’1 marzo 2023, dove il diritto di prelazione riguardava l’intero comparto Ortazzo e Ortazzino.

👉🏽 Nell’interrogazione ricordo che lo scorso 13 settembre l’assessora Lori, rispondendo alla prima interrogazione di Europa Verde sul mancato acquisto dell’area da parte dei soggetti pubblici, aveva annunciato la partecipazione della Regione al tavolo istituzionale che avrebbe approfondito la tempistica del diritto di esercizio di prelazione, con l’obiettivo, 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗼𝗿𝗮 𝗳𝗼𝘀𝘀𝗲𝗿𝗼 𝗲𝗺𝗲𝗿𝘀𝗲 𝗶𝗿𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗮𝗿𝗶𝘁à nell’atto di vendita all’immobiliare CPI Real Estate, di impugnarlo.

👉🏽 Successivamente, rispondendo il 18 ottobre ad una seconda mia interrogazione, l’assessora Lori non aveva escluso la 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁à 𝗱𝗶 𝗮𝗽𝗽𝗿𝗼𝗳𝗼𝗻𝗱𝗶𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗰𝗲𝗹𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗰𝗹𝗮𝘀𝘀𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝗿𝗲 in fascia di tutela B l’area di Ortazzo e Ortazzino al momento in classe C, al fine di aumentarne il grado di protezione. Un upgrade che trovava riscontro nel fatto che i decenni di abbandono dell’area avevano permesso di ricostituire gli ecosistemi originari. L’assessora aveva anche reso nota la decisione dell’Ente di gestione del Parco di affidare a due legali la verifica della regolarità del procedimento di vendita del 01.03.2023.

📌 In questo scenario così complesso vi è un ulteriore importante tassello: ossia 𝗶𝗹 𝗽𝗮𝗿𝗲𝗿𝗲 𝗳𝗼𝗿𝗻𝗶𝘁𝗼 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝗵𝗲 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗳𝗮 𝗱𝗮 𝗜𝗦𝗣𝗥𝗔 (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) a un gruppo di associazioni ambientaliste. Tale parere sottolinea la necessità che gli ambienti in zona C “vengano fatti rientrare nella zona B del Piano del Parco.Il cambiamento di classificazione è auspicabile per garantire la conservazione della biodiversità nel lungo termine in quanto permetterebbe di perseguire più efficacemente gli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie di interesse nazionale e comunitario presenti nel biotopo”. ISPRA inoltre caldeggia che si ricomprenda tutta l’area (A, B, C) in una Riserva Naturale dello Stato da acquisire al Demanio, rilevando che l’area possiede tutti i requisiti previsti in tal senso dalla legge “in quanto risultano presenti numerosi habitat di interesse comunitariodi cui almeno 5 prioritari”.

🆘 Condivido l’allarme lanciato dalle associazioni ambientaliste che l’area C rimanga di proprietà privata, anche con un’ulteriore vendita, oltre tutto per una cifra che è pari al doppio dell’importo relativo alla prima vendita del marzo scorso dell’intero Ortazzo e Ortazzino. E condivido anche la sollecitazione di ISPRA a ricomprendere tutta l’area in una Riserva Naturale dello Stato e acquisirla al Demanio statale. Stiamo parlando di un’area ricca di preziosa biodiversità che non possiamo lasciare che la speculazione privata abbia la meglio sulla tutela da parte delle istituzioni pubbliche di questa importante oasi. Spero quindi che si arrivi ad una soluzione che chiarisca tutti gli aspetti della vicenda e che si giunga alla soluzione di massima tutela.

🟢 A questo link il testo dell’interrogazione:

https://www.silviazamboni.it/wp-content/uploads/2023/11/OGPG2023027981.pdf 

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.