Grande risultato alle #elezioni anticipate in #Olanda per la coalizione dei #Verdi e Laburisti, il #GroenLinks-Pvda, che con il 15% delle preferenze è il secondo partito più votato. Alla coalizione guidata da Frans #Timmermans, ecologista, ex presidente della Commissione Ue e Commissario europeo per il #clima, spettano così 25 seggi.
A vincere questa tornata elettorale però, con il 23,8% dei consensi, è stato purtroppo il Partito per la libertà (Pvv), di estrema destra, guidato da Geert #Wilders: sovranista, anti-Islam, contro l’Ue e sostenitore del Grande Israele (termine che si riferisce all’idea di espandere il territorio e la sovranità di Israele fino a comprendere quella che molti israeliani descrivono come la loro storica terra biblica, comprendendo quindi i territori palestinesi occupati e le alture del Golan occupate). Una minaccia per la democrazia, questo successo. E il fatto che gli altri partiti olandesi di centrodestra non abbiano escluso alleanze con gli estremisti di destra, non fa che peggiorare le cose.
Degli altri partiti principali, hanno preso il 14,4% i liberali di destra (Vvd) del premier uscente Mark Rutte, guidati da Dilan Yesilgoz, mentre il Nuovo contratto sociale (Nsc) fondato dal cristiano-democratico Pieter Omtzigt ha ottenuto il 13,9%.
Una grande frammentazione del voto che per la formazione di un esecutivo pone ora il Paese davanti a un bivio: se Vvd accetterà di allearsi con Wilders e Nsr, si supereranno i 76 seggi necessari per formarlo. Vedremo, ma la legittimazione della destra estrema olandese non porterà bene all’ Europa democratica e progressista.
L’ipotesi alternativa è che si svolti nella direzione diametralmente opposta con una coalizione della sinistra con il centrodestra.
Ora toccherà al leader del Partito per la Libertà fare la prima mossa. Ma visto che i 37 seggi conquistati non gli sono comunque sufficienti per governare, la scelta è nelle mani del neonato “Nuovo contratto sociale”, formazione populista di centro, e dei liberali dell’ex premier Mark Rutte.
A noi Verdi italiani non resta che rimanere in fiduciosa attesa, sperando che l’Olanda prenda con convinzione la strada della giustizia sociale e climatica.
Scenario completamente diverso in #Spagna: a sostegno del governo guidato dal socialista Pedro #Sanchez (battuto dal leader popolare alle politiche) sono schierati tre partiti membri del Partito Verde Europeo: Esquerra Verda, Verdes Equo e Catalunya En Comú. Hanno tutti partecipato all’alleanza Sumar, che ha condotto una campagna basata su una piattaforma di politiche verdi e sociali, respingendo il centrodestra (Partido Popular/PPE) e l’estrema destra Vox.
Se sull’#Europa da mesi ha iniziato a soffiare il vento populista e della destra estrema, la Spagna dimostra che esistono alternative possibili su piattaforme politiche capaci di coniugare diritti sociali e transizione ecologica.
Diritti e transizione che noi Verdi vogliamo mettere al centro dell’Europa e dell’Italia che vogliamo.