Al momento stai visualizzando GASDOTTO RETE ADRIATICA: ITER DA RIFARE. Interrogazione di Europa Verde
🟢 In un contesto di accelerazione del riscaldamento globale e alla luce degli obiettivi della Legge europea sul Clima, del Piano di attuazione del piano energetico regionale e del Piano sulla Qualità dell’Aria 2030 che impongono di ridurre le emissioni climalteranti e inquinanti riducendo drasticamente i consumi di combustibili fossili, ci si aspetta che società a capitale pubblico operino nella giusta direzione investendo correttamente le risorse pubbliche.
👉 E invece no. Non basta il cosiddetto Piano ENI/MATTEI, ci si mette pure SNAM con il progetto di un gasdotto di 687 km, da Massafra in provincia di Taranto fino a Minerbio, nel bolognese. Un megatubo, denominato “Rete Adriatica”, che attraversa dieci regioni!
✍️ Per fare chiarezza sulla VIA e l’iter autorizzativo di questa opera, oggi ho depositato un’interrogazione in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.
⛽ Nato per soddisfare la richiesta della società proprietaria del rigassificatore di Brindisi di disporre di nuova capacità di ingresso alla rete, il progetto di SNAM è stato suddiviso in 5 lotti funzionali e, di conseguenza, sono state richieste 5 diverse Valutazioni di Impatto Ambientale. Tutti i tronconi della “Rete Adriatica” hanno ottenuto i decreti di valutazione positiva dell’impatto ambientale, emanati di concerto tra il Ministero dell’Ambiente e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
👉 Contro questo esito, nei giorni scorsi il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), associazione che si occupa di aspetti legali delle criticità ambientali, ha inviato un’istanza al Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica e al Ministero della Cultura per sollecitare un provvedimento che dichiari la perdita di efficacia di due dei suddetti decreti in quanto i relativi procedimenti di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) si sono conclusi ben 12 anni fa, perdendo validità. “La più recente giurisprudenza – rileva infatti il GrIG – afferma che tutte le pronunce di compatibilità ambientale al termine del procedimento di VIA hanno durata quinquennale, anche se emanate prima della riforma del Codice dell’ambiente del 2008”.
👉 Il GrlG evidenzia inoltre che il progetto del gasdotto, il cui costo pare essere lievitato a 2,4 miliardi di euro, era stato pensato e progettato in un momento in cui il fabbisogno di gas del nostro paese era completamente diverso rispetto a quello odierno e degli anni a venire. Secondo gli esperti del GrlG, l’Italia dispone già oggi di infrastrutture metanifere di trasporto e di distribuzione interna sovradimensionate rispetto al reale fabbisogno nazionale. Nel tempo i consumi di gas sono scesi sensibilmente passando da 86 miliardi e 200 milioni di metri cubi del 2005 (anno di presentazione del progetto) ai 69 miliardi del 2022 (71 miliardi se si considera la media degli ultimi 5 anni), con un trend orientato a un’ulteriore futura netta diminuzione. Del resto, evidenziano gli esperti del GrlG, è lo stesso Gruppo SNAM ad ammettere che nel 2030 avremo un consumo di circa 60-65 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno a fronte di una capacità di gestione complessiva da parte delle infrastrutture (gasdotti e rigassificatori) di 90 miliardi di metri cubi all’anno.
🌐 Non posso che condividere, nella forma giuridica e nella sostanza, le osservazioni e le richieste avanzate dal Gruppo d’Intervento Giuridico. Appare infatti evidente l’anomalia rappresentata da un progetto che non è stato sottoposto ad un procedimento unitario di Valutazione di Impatto Ambientale né ad una procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Valutazioni che dovrebbero essere ancora più stringenti alla luce di un tracciato che interessa buona parte delle aree a maggiore rischio sismico a livello europeo. Non a caso nel 2016 l’opera fu soprannominata dai media il “gasdotto dei terremoti”. Come se non bastasse, il progetto di gasdotto “Rete Adriatica” interessa aree di rilevante importanza naturalistica, fra cui tre parchi nazionali, un parco naturale regionale, ventuno siti di importanza comunitaria, ed anche aree ad alto rischio idrogeologico. La sua realizzazione comporterà sia l’abbattimento di svariate migliaia di alberi sia emissioni climalteranti elevatissime.
👉 Per questa ragione, con l’interrogazione depositata oggi ho ritenuto utile portare l’attenzione della Regione Emilia-Romagna su quest’opera. In particolare, chiedo alla Giunta se non valuti opportuno, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni e nelle altre sedi opportune, sostenere l’istanza del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) di rivedere l’iter autorizzativo del gasdotto “Rete Adriatica”, coinvolgendo le altre Regioni interessate dalla presenza del gasdotto. L’obiettivo è ottenere l’avvio di un nuovo procedimento di VIA unitario in grado di rivalutare l’opera nella sua interezza, anziché in tronconi separati, tenendo conto della odierna situazione ambientale e paesaggistica, dell’emergenza climatica che impone di ridurre l’impiego delle fonti fossili, e degli scenari energetici profondamente cambiati in Italia nel corso degli anni, scenari che vedono una marcata riduzione del fabbisogno, come ammesso dallo stesso proponente del progetto, ovvero SNAM.
A QUESTO LINK IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.