Stamattina in Assemblea legislativa con un’interrogazione a risposta immediata mi sono occupata di nuovo del blocco dei crediti del Superbonus 110%, blocco che sta causando seri problemi alle famiglie che hanno investito nell’efficientamento energetico delle proprie abitazioni. Una situazione che ha portato in moltissimi casi al blocco dei cantieri per mancati pagamenti alle imprese, che denunciano anch’esse problemi economici dovuti alla mancata riscossione dei crediti fiscali dei committenti. Parliamo di cifre enormi: secondo ANCE, l’associazione delle imprese del settore delle costruzioni, un miliardo di euro dei cosiddetti crediti incagliati è in grado di provocare il blocco di 6.000 interventi, con ricadute negative sia in termini di bilancio delle imprese sia di occupazione. Non per niente le associazioni di categoria hanno richiesto a più riprese l’intervento del Governo, ma senza ottenere le risposte auspicate.
🆘 Per questo già lo scorso 11 luglio, con un’altra interrogazione urgente presentata in Aula, avevo raccolto la sollecitazione dei cosiddetti “esodati del Superbonus 110%” che si erano rivolti agli organi regionali per segnalare l’emergenza socio-economica connessa al blocco della monetizzazione dei crediti fiscali. Tra i rischi evidenziati dal comitato anche quello di finire di ricorrere ai canali in nero del credito privato in forme di prestiti da “strozzinaggio”. Questa drammatica situazione coinvolge, insieme alle famiglie degli “Esodati del Superbonus”, anche piccole e medie imprese del settore edile, tecnici, artigiani, professionisti della Regione Emilia-Romagna.
🟢 L’interrogazione di stamattina ha preso spunto dal provvedimento della Regione Basilicata “Circolazione dei crediti fiscali per l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio” che ha aperto la strada all’acquisto dei crediti del Superbonus da parte delle società collegate alle Regioni e agli Enti locali. Inoltre lo scorso 18 marzo la stampa ha riportato la notizia dell’accordo tra la Regione Friuli-Venezia Giulia e Intesa Sanpaolo Spa (tesoriere della Regione) che definisce l’attività di re-cessione e successivo acquisto dei crediti fiscali da parte dell’istituto di credito. Si tratta di un’operazione del valore di 75 milioni di euro con la quale si intende dare una risposta al blocco che si è creato a livello nazionale, ormai da oltre un anno, sul tema dei crediti fiscali derivanti dal sistema ideato per l’utilizzo del cosiddetto Superbonus 110%. Per questo alla luce delle iniziative intraprese da Basilicata e Friuli-Venezia Giulia ho chiesto alla giunta se non ritenga opportuno adoperarsi per promuovere analoghi patti pubblico-privato, compatibili con la normativa vigente e gli equilibri di bilancio, in grado di contribuire a sbloccare i crediti fiscali esigibili da parte dei residenti in Emilia-Romagna, al fine di dare risposta anche alle esigenze economiche di professionisti, progettisti, installatori e imprese esecutrici dei lavori, vittime anch’essi dei crediti incagliati.
📌 La risposta ricevuta dall’assessore Paolo Calvano mi ha soddisfatto poiché gli impegni della Giunta vanno nella direzione di quanto auspicato da Europa Verde, ovvero la promozione di azioni che favoriscano la circolazione dei crediti fiscali. L’obiettivo della Regione, ha sottolineato Calvano, è la definizione di un quadro legislativo che autorizzi la Giunta a promuovere le iniziative necessarie a sbloccare i crediti incagliati, anche attraverso il proprio sistema di enti e società partecipate.
🟠 Purtroppo, ho però dovuto concordare con l’assessore che il decreto sul bonus 110% approvato ieri a sorpresa su iniziativa del ministro Giorgetti apre una prospettiva di enorme incertezza. Solo la lettura del testo del decreto permetterà di verificare se il decreto comporti o meno un blocco totale della possibilità di far circolare i crediti consentendone la cessione. In questo caso l’iniziativa delle Regione Friuli Venezia Giulia e Emilia-Romagna sarebbero vanificate. Se dovesse trovare conferma l’indiscrezione che parla di blocco totale dei crediti, l’azione ipotizzata dalla Giunta potrebbe non essere più attuabile. Sarebbe l’ennesima beffa per famiglie e imprese a cui la Regione Emilia-Romagna stava per dare risposte concrete.
A QUESTO LINK IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE: https://www.silviazamboni.it/wp-content/uploads/2024/03/OGPG2024008052.pdf