Consumo di suolo, ambiente e rifiuti: in Emilia-Romagna c’è ancora tanto da migliorare. Noi Verdi lo diciamo da sempre, opponendoci a nuova cementificazione e costruzione e ampliamento di infrastrutture viarie, come ad esempio l’autostrada Cispadana, che più utilmente potrebbe essere sostituita da una superstrada, collegando pezzi di strada già esistenti. Mentre si dovrebbe investire sul potenziamento del trasporto su ferro.
La nostra preoccupazione per lo stato dell’ambiente la ritroviamo, almeno in parte, nella Cgil Emilia-Romagna che di recente, attraverso il proprio centro studi Ires, ha presentato un rapporto preoccupante. L’Emilia-Romagna ha una delle percentuali più elevate di consumo di suolo – rileva la Cgil – che la pone al quarto posto in Italia per quantità di ettari persi, con percentuali alte anche nelle zone a rischio idrogeologico. Tra le province, è Rimini a guidare la classifica del consumo di suolo, seguita da Reggio Emilia, Modena e Ravenna. La legge urbanistica regionale sul “consumo zero” di suolo non basta, sostiene la Cgil. Siamo d’accordo. Una criticità su cui si dovrebbe riflettere, tanto più in questi giorni in cui ricordiamo la tragedia dell’alluvione dello scorso anno. Viviamo in emergenza climatica, esposti ad eventi meteo estremi sempre più frequenti: dalla siccità all’alluvione, da gelate fuori stagioni a grandinate con chicchi grossi come arance, ondate di calore e aumento costante della temperatura media mensile. Per questo tutti gli strumenti di pianificazione ne devono tenere conto, nell’ottica dell’adattamento e del contrasto al cambiamento climatico.
Sul fronte rifiuti, l’Emilia-Romagna è la regione che produce più rifiuti urbani pro capite, nonostante il calo registrato tra il 2021 e il 2022: 633,4 chili, contro la media italiana di 493 chili, con punte di 734 chili per abitante a Reggio Emilia.
A questo proposito ricordo il mio Progetto di legge per la vendita di prodotti sfusi e alla spina per eliminare a monte la produzione di rifiuti da imballaggio. Il Pdl è stato approvato mercoledì scorso in commissione e mercoledì prossimo verrà discusso e votato in Aula legislativa.
Nemmeno sul fronte aria la situazione è rassicurante. Questi i dati pubblicati nel rapporto Ires-Cgil: nel 2022, anche se risultano rispettati i limiti di legge, i livelli di Pm10 e Pm 2.5 sono ben al di sopra delle soglie consigliate dall’Oms. Dal 2017, i picchi più elevati tendono a diminuire, mentre aumenta però l’estensione dell’area coinvolta dalle concentrazioni di polveri sottili: i comuni interessati da “mal’aria” passano da 5 a 21. Se si dovessero prendere a riferimento i parametri consigliati dall’Oms, nel 2022 nessuno dei comuni della regione rispetterebbe la soglia di 5 microgrammi di Pm 2.5, le polveri più sottili e più pericolose perché in grado di penetrare negli alveoli polmonari.
A seguito della candidatura al parlamento europeo del Presidente Bonaccini, l’Emilia-Romagna si avvia al voto anticipato, al momento ipotizzato tra fine ottobre e metà novembre.
Manca ancora un dibattito serio sul merito dei problemi: vedremo se la Fabbrica del Programma che intende organizzare il PD sarà la sede adatta in cui confrontarsi sull’elaborazione del programma elettorale per una vera transizione energetica ed ecologica.
Sarà a partire dalle soluzioni proposte per risolvere i problemi sollevati anche nel rapporto Ires-Cgil che misureremo la possibilità di confermare o meno la presenza di Europa Verde nella coalizione di centrosinistra.