Il partito trasversale asfalto&cemento colpisce ancora. E come lo fa? Con la sottoscrizione, da parte di Regione Emilia-Romagna, Regione Lombardia e Ministero delle Infrastrutture, di un accordo per il completamento della cosiddetta Tibre, la bretella autostradale che collega la A15 (la Tirrenica) e la A22 (l’Autobrennero).
Già parlare di “completamento” per un’opera che ad oggi vede realizzati solo dieci chilometri rispetto ai novanta necessari per raggiungere l’A22 all’altezza di Nogarole Rocca è peggio che fuorviante: è proprio negare l’evidenza.
E nessun amministratore pubblico si è mai azzardato finora ad inaugurare gli unici dodici chilometri realizzati, una colata di asfalto chiusa al traffico da anni, costata la bellezza di 513 milioni e il consumo di 74 ettari di campagna fertile.
Nel frattempo le varianti al progetto dell’intero tracciato hanno visto un considerevole aumento dei costi: dal miliardo e 267 milioni iniziali si è arrivati alla previsione di 2 miliardi e 730 milioni (fonte: “Sistema informativo legge opere strategiche” della Camera dei deputati). In pratica, i costi sono aumentati del 115%.
Ma se la Tibre non è stata realizzata quando le risorse disponibili erano molte di più, quando c’era l’interesse di Autocisa a mantenere una concessione (che le di fatto fu prolungata al 2031 senza gara europea), e quando l’emergenza climatica e la consapevolezza rispetto a problemi come il consumo di suolo, le emissioni di gas serra e lo smog, non erano al livello odierno, è credibile farlo oggi? E ha senso rimettere in pista questo progetto, a costi più che raddoppiati, quando la necessità che abbiamo è semmai di intensificare la “cura del ferro” anziché la “malattia dell’asfalto”? Senza contare, nello specifico, che le merci che si vogliono portare dai porti del Tirreno al Brennero e viceversa dovranno viaggiare sempre più su treno, visto che l’Austria, con la prossima apertura del valico ferroviario, bloccherà sempre di più il transito dei Tir sulla linea di confine, impedendone l’ingresso in territorio austriaco.
Da anni come Verdi-Europa Verde chiediamo di concentrare le risorse pubbliche sul potenziamento del trasporto su ferro di merci e persone. L’ho fatto anch’io con la mia attività di capogruppo di Europa Verde nell’Assemblea legislativa regionale. Obiettivo: ridurre lo smog, le emissioni di gas climalteranti e la congestione da traffico motorizzato.
Per questo ribadiamo che la priorità deve essere una sola: il completamento della ferrovia Pontremolese, che è già finanziato nel tratto Parma-Vicofertile, e attende di esserlo da Vicofertile ad Osteriazza.
ll.cosiddetto completamento della TiBre resuscita un’opera concepita nello scenario del secolo scorso, oggi messo in crisi dall’emergenza climatica, che spinge a favore della ferrovia.
Per noi l’unica TiBre su cui investire è la “Tibre dolce”, ossia la ciclovia che collega luoghi naturalistici ed edifici di pregio storico-architettonico e che consentirebbe di cogliere nuove opportunità in campo turistico.
Chiediamo quindi che prevalga il buonsenso e che il percorso aperto con l’intesa si arresti e si dirottino le risorse su ferrovia e ciclovia.
Foto tratta dal sito: pizzarotti.it