


Ma le crisi alimentari determinano anche un altro pericolo per i più piccoli: senza cibo sufficiente e senza il giusto equilibrio nutrizionale, i bambini corrono un alto rischio di diventare gravemente malnutriti. E la malnutrizione determina l’arresto della loro #crescita, la compromissione dello #sviluppo cognitivo e fisico e il rischio di contrarre malattie mortali. A tutto questo si aggiunge il rischio del venir meno di altri diritti elementari dei minori, in quanto la carenza di cibo spinge le famiglie a prendere misure disperate come ritirarli dalla #scuola per farli lavorare o spingerli a contrarre #matrimoni precoci. Più colpite le #ragazze, che hanno maggiori probabilità di essere costrette ad abbandonare la scuola per garantire il cibo alla loro famiglia e di restare senza cibo in modo che i fratelli possano mangiare.

Un rapporto pubblicato lo scorso anno da Save the Children e dai suoi partner ha rilevato che solo il 2,4% dei finanziamenti per il clima provenienti dai principali #fondiglobali dedicati può essere classificato come sostegno a progetti che incorporano attività a favore dei bambini. Alcuni #finanziatori hanno recentemente riconosciuto questa lacuna. Tra questi il Green Climate Fund sta lavorando con i partner per incrementare i finanziamenti per il clima incentrati sui più piccoli. Ma bisogna fare di più e più celermente: occorre una più decisa inversione di tendenza. E come #Verdi nelle sedi opportune ci batteremo per questo obiettivo.

Non c’è un piano B, così come non c’è un Pianeta B. Dobbiamo raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e attivare le misure di adattamento al cambiamento climatico in atto aiutando i paesi più poveri e che più ne patiscono l’impatto tramite investimenti che facciano da contrappeso, da #riparazione come dice #UltimaGenerazione, ai danni che noi Paesi industrializzati abbiamo causato a livello di equilibri ambientali mondiali con il nostro modello di #sviluppoeconomico.