Giuseppe Conte ha bussato alla porta del Gruppo dei Verdi al Parlamento europeo: chiede di entrare a farne parte. Un’ipotesi che vede la contrarietà dei Verdi italiani, che sono cofondatori del partito Verde Europeo (EGP) dalla sua nascita.
Per esporre le motivazioni alla base della nostra contrarietà, lo scorso 15 febbraio scorso insieme al nostro co-portavoce nazionale Angelo Bonelli ho partecipato ad una riunione con il Gruppo Verde al Parlamento europeo a Strasburgo. Tanti i motivi della nostra opposizione che abbiamo esposto ai 72 eurodeputati: dal trasformismo politico di Giuseppe Conte, che ha presieduto un governo con la Lega, per passare a presiederne un altro con il PD e poi quello di Draghi. Un trasformismo che fa dei 5Stelle una sorta di politica mina vagante inaffidabile. Con un’aggravante: la mancanza di democrazia interna e di politiche di genere per la promozione delle donne nell’attribuzione degli incarichi di partito: nei Verdi di tutta Europa storicamente ci sono, a tutti i livelli, una figura femminile e una maschile che ricoprono il medesimo ruolo.
I colleghi europei ci hanno sottoposto a un fuoco di fila di domande alle quali penso che abbiamo risposto in maniera convincente.
Ieri sera, dopo un primo incontro online con i rappresentanti dei partiti Verdi che fanno parte di EGP a cui avevo partecipato a gennaio sul medesimo tema, il 28 febbraio c’è stato un altro meeting online durante il quale sono intervenuta insieme a Eleonora Evi, Angelo Bonelli e un rappresentante dei Verdi del Sud Tirolo. Una nuova opportunità di esprimere le nostre ragioni avverse a questo ingresso che hanno trovato un’eco positiva tra molti dei partecipanti alla call, a partire dai Verdi tedeschi.
L’8 marzo Giuseppe Conte incontrerà nuovamente il Gruppo parlamentare dei Verdi europei. Vedremo quale sarà l’esito. E’ evidente che alla vigilia delle europee che si terranno tra un anno, e nel percorso aperto di ridefinizione dell’identità dei 5 stelle, l’ingresso nel gruppo dei Verdi europei rappresenta strumentalmente per Giuseppe Conte un’occasione ghiotta, dopo essere stato nel gruppo di estrema destra di Farange e aver successivamente tentato di entrare in quelli dei liberali e poi dei socialdemocratici.
Se l’eurogruppo dovesse decidere di accogliere i 5stelle per contare di più all’interno del parlamento europeo, non sarà una tragedia per noi. Solo la conferma che la politica italiana rimane un rebus per chi la giudica da fuori.