Se provate a parlare a un tedesco o a un francese – per citare solo due paesi europei – di abusivismo edilizio, ammesso che troviate una traduzione adeguata, aspettatevi che reagiscano con sguardi interrogativi. Perché quello che da noi è un fenomeno diffuso come l’aria, oltralpe non sanno proprio cosa sia.
In queste ore è tornato di tragica attualità, a seguito di quanto acceduto a Ischia, il report di Legambiente uscito nel giugno dello scorso anno: “Abbatti l’abuso” sulle mancate demolizioni di case abusive nel nostro paese. Sono dati impietosi.
Dal 2004, anno dell’ultimo condono, al 2020 in Italia è stato abbattuto solo il 32,9% degli immobili oggetto di un provvedimento amministrativo. In cima alla classifica delle regioni più “virtuose” troviamo Veneto e Friuli-Venezia Giulia che, per numero di ordinanze di demolizioni eseguite, superano entrambe il 60%, seguite da Valle d’Aosta (56,3%), Provincia autonoma di Bolzano (47%), Lombardia (44,2%).
L’Emilia-Romagna si piazza sotto la media nazionale con il 30,8% di abbattimenti eseguiti su un totale di 6071 ordinanze di demolizione emesse. In fondo alla classifica, le regioni del Sud Italia che, a parte la Basilicata con il 26% delle ordinanze di demolizioni eseguite, vedono la Puglia ferma a un misero 4%, preceduta dalla Calabria (11,2%), dalla Campania (19,6%), dalla Sicilia (20,9%) e dal Lazio (22,6%).
Imporre l’esecuzione delle ordinanze di demolizione è uno degli strumenti per combattere gli abusi edilizi, grandi e piccoli, così da garantire il rispetto della legalità, la sicurezza dei cittadini e la salvaguardia del territorio. Ma dal report di Legambiente emerge un quadro preoccupante di illegalità fuori controllo, in cui spicca la difficoltà delle amministrazioni pubbliche di far rispettare le leggi dello Stato in un settore tanto delicato, considerato che siamo un paese fortemente esposto al rischio sismico e idrogeologico.
E fatto l’abuso, arriva la sanatoria. Continuiamo ad assistere all’approvazione di provvedimenti che, con semplificazioni, sanatorie o veri e propri condoni, finiscono per consentire di aggirare le norme a tutela del territorio, della sicurezza idrogeologica e del paesaggio.
Pochi mesi dopo la vittoria elettorale di Lega e 5 Stelle e la formazione del governo gialloverde Conte 1, fu varato un #condono edilizio – infilato nel decreto sul ponte crollato a Genova – che riguardava proprio l’isola di Ischia.
Europa Verde ha sempre denunciato e combattuto i provvedimenti che premiano l’illegalità. Continueremo a impegnarci in Parlamento e nelle amministrazioni locali perché venga garantita la rigorosa applicazione delle norme poste a tutela dell’ambiente, del territorio e della vita dei cittadini. La risposta al cosiddetto “abusivismo di necessità” non sono i condoni che spianano la strada e legittimano il “fai da te” autorizzatorio, che troppo spesso finisce nel fango che a Ischia ha sepolto tredici vite.