La risposta che mi ha dato in commissione l’Assessore regionale Andrea Corsini ha confermato la volontà della Giunta regionale di sostenere questo progetto, che è stato inserito nel Piano regionale integrato dei trasporti-PRIT 2025 (non ancora approvato dall’Assemblea legislativa) con l’obiettivo di rafforzare i poli logistici ed economici del territorio circostante. Il problema sollevato da noi Verdi è che si sta procedendo senza partire da un esame complessivo – in termini di impatto ambientale, emissioni climalteranti e consumo di suolo – del sistema dei trasporti regionali aeroportuali, che oggi comprende ben quattro scali, per di più situati a breve distanza tra loro: Parma, Bologna, Forlì e Rimini.
Per Europa Verde la gestione regionale dei trasporti e della logistica vanno affrontate dando priorità non solo al posizionamento e alle necessità strategiche del tessuto industriale regionale, ma anche alla tutela del territorio e della salute della popolazione residente.
Inoltre c’è, non secondario, l’aspetto delle risorse finanziarie pubbliche a sostegno di questa rete aeroportuale: all’aeroporto di Parma, storicamente in deficit, sono arrivati dodici milioni di euro di fonte statale (come quota parte del Fondo di Coesione e Sviluppo- FSC 2014-2020)) per il progetto di allungamento della pista, mentre la Regione ha appena stanziato due milioni per quello di Forlì a compensazione dei mancati introiti dovuti alla pandemia Covid.
Nonostante Corsini abbia confermato nella risposta che il sostegno economico regionale passerà attraverso una puntuale verifica della sostenibilità economica, territoriale e ambientale del progetto, Europa Verde resta contraria all’ampliamento dell’aeroporto di Parma per i servizi cargo, sia per la sua collocazione vicino a scuole e obiettivi sensibili, sia per motivi ambientali.
In piena emergenza climatica investire nuove risorse per incrementare il trasporto aereo delle merci è un errore perché questa modalità di trasporto è considerata ad alta emissione di gas climalteranti. Bisogna invece investire sul trasporto ferroviario di merci e persone, come stanno facendo altri paesi europei a partire da Francia e Spagna, i cui governi hanno recentemente votato a favore della sospensione dei voli su rotte che possono essere coperte dal treno in meno di due ore e mezza. Anche nel territorio parmense ci sono imprese, come Barilla e Conserve Italia, che stanno spostando gran parte delle proprie merci dal trasporto su gomma a quello su ferro. Per questo riteniamo che i dodici milioni di euro destinati allo sviluppo dell’Aeroporto di Parma sarebbero meglio impiegati nella costruzione di un sistema di trasporto merci su ferro ambientalmente più sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico ed economico, in linea con le politiche europee e di altri paesi.