L’intermodalità integrata bici-treno sulle lunghe e medie distanze è la soluzione più virtuosa in termini di riduzione di smog ed emissioni climalteranti, tanto più in Emilia-Romagna, una regione che registra un tasso di motorizzazione privata pari al 63,9% e che da settimane è alle prese con continui superamenti dei limiti di concentrazione delle polveri sottili.
Per questo oggi ho depositato una risoluzione in cui chiedo l’impegno della Regione Emilia Romagna a:
a) eliminare tutti gli ostacoli al trasporto delle bici sui treni, facilitando gli spostamenti di pendolari e cicloturisti;
b) promuovere la conoscenza del bonus regionale fino a 300 euro, riservato agli abbonati al trasporto ferroviario regionale, per l’acquisto delle bici pieghevoli.
L’opzione bici più treno oggi è favorita dal fatto che tutti gli 86 nuovi treni della flotta Pop e Rock offrono posti bici, ma lo sviluppo del trasporto intermodale è subordinato anche alla creazione di condizioni favorevoli, quali l’accesso facilitato alle stazioni, una segnaletica adeguata, la presenza di scivoli e ascensori per agevolare lo spostamento delle bici, aree di sosta coperte e depositi al chiuso sul modello delle velostazioni presenti soprattutto nelle città europee.
Ma c’è di più: favorire questo tipo di soluzione di mobilità serve non solo a ridurre il traffico motorizzato e le emissioni inquinanti e ad effetto serra che produce, ma anche ad intercettare i crescenti flussi di turismo ciclabile, autentico volano di sviluppo economico sostenibile, occupazione green e valorizzazione delle bellezze naturalistiche del territorio, obiettivi tanto più strategici nella fase di ripresa pandemica e post-pandemica.