Oggi ho incontrato gli operai di Industria Italiana Autobus (IIA) in presidio davanti alla sede della Regione Emilia-Romagna per richiamare l’attenzione sulla vicenda paradossale che sta vivendo l’impresa, unico produttore di bus Made in Italy
Nata dalle ceneri della storica azienda bolognese BredaMenarinibus, IIA rappresenta un pezzo di storia importante del trasporto pubblico e un patrimonio industriale che oggi rischiano di venire dispersi per inerzia dei soci pubblici, ovvero Invitalia e Leonardo (ex Finmeccanica).
Questi i fatti: da mesi l’azienda ha acquisito commesse per la produzione di centinaia autobus, ma non può costruirli perché, a causa del divieto stabilito per legge per le aziende indebitate (come è IIA), non è autorizzata ad acquistare il necessario materiale sul mercato. Con l’aggiunta della beffa al danno: in questo stallo produttivo, la situazione debitoria dell’azienda peggiora di ora in ora.
Per questo lavoratori e lavoratrici stamattina sono tornati a chiedere che i due soci pubblici procedano velocemente alla ricapitalizzazione. Solo rimettendo in ordine l’assetto finanziario l’azienda può ripartire a pieno regime, valorizzando sul mercato la propria esperienza produttiva che oggi è in grado di sfornare non più solo i tradizionali bus a metano della ex Bredamenarini, ma anche mezzi elettrici e, in prospettiva, bus a idrogeno, grazie ad un accordo con Toyota, la casa giapponese che sta facendo dell’idrogeno una sua filiera di punta.
Come non sostenere la battaglia dei dipendenti di IIA? In una fase storica in cui il trasporto pubblico elettrico acquista maggior valore come strumento di contrasto all’inquinamento e all’emissione di gas climalteranti, e vede anche aumentare gli investimenti pubblici, sarebbe davvero imperdonabile lasciare morire IIA sotto il peso dei debiti. Per queste ragioni nei giorni scorsi mi ero già occupata del rilancio del sito produttivo di IAA di Bologna (l’altro è ad Avellino) depositando un’interrogazione alla giunta regionale, per la quale oggi ho ricevuto il ringraziamento dei sindacati.
Ora tocca al governo intervenire per sostenere la ricapitalizzazione da parte dei soci pubblici. Sarebbe assurdo vedere disperso questo grande patrimonio e anche la capacità di fare innovazione in una logica di transizione green del trasporto pubblico. Noi #Verdi faremo di tutto per impedirlo.