Le immagini scioccanti andate in onda il 9 gennaio nel corso della trasmissione Report sono un serio campanello d’allarme per le pessime condizioni in cui vengono allevati e abbattuti polli in stabilimenti siti nelle Marche (a Monte Roberto) e in Emilia-Romagna. Con l’interrogazione depositata oggi chiediamo alla Regione Emilia-Romagna di contribuire a fare luce anche in considerazione dell’eventuale contrasto tra i fondi erogati all’azienda e la gestione degli allevamenti. Infine, chiediamo di ascoltare le ragioni dei residenti della Val Marecchia che si battono contro l’avvio di un ulteriore allevamento.
Nel corso della puntata del programma televisivo d’inchiesta Report su Rai3 dal titolo “Che Polli!”, andata in onda lo scorso 9 gennaio, sono state documentate le condizioni negli allevamenti di polli di alcuni impianti siti nelle regioni Marche (a Monte Roberto) ed Emilia-Romagna. Il reportage ha messo in evidenza maltrattamenti agli animali e condotte in violazione delle normative in materia di tutela dei polli allevati per la produzione di carne (Decreto legislativo n. 181 del 2010, Decreto legislativo n. 146 del 2001, Decreto legislativo n. 131 del 2013, Regolamenti europei n. 1099/2009 e n. 2016/429).
Le immagini andate in onda hanno sollevato pesanti interrogativi sulla gestione degli animali allevati, in particolare quelli di un’azienda leader della produzione biologica e convenzionale di polli in Italia, nonché ulteriori violazioni e maltrattamenti, come l’errato uso del cosiddetto abbattimento di emergenza e della torsione cervicale, impropriamente operata dal personale. Dalle riprese parrebbe inoltre che tra le diverse tipologie di polli allevati all’interno degli stabilimenti presenti sul territorio regionale dell’Emilia-Romagna vi sia anche quella contraddistinta dal nome commerciale “Rusticanello” che riporta la dicitura addizionale “allevato all’aperto”, mentre in realtà tali polli non avrebbero alcun accesso all’aperto, come invece prevede la normativa, poiché vengono allevati al primo piano dello stabilimento.
Nella primavera del 2022 l’azienda avicola oggetto dell’inchiesta di Report ha ottenuto dalla Regione Emilia-Romagna l’autorizzazione a demolire un vecchio complesso per l’allevamento di polli in località Cavallara di Maiolo (provincia di Rimini) per realizzarne uno nuovo nella stessa area. Il progetto prevede 16 nuove strutture orizzontali lunghe fino a 122 metri, con altezza di circa 4,5 metri. Secondo i dati presentati dall’azienda nell’ambito della procedura di valutazione dell’impatto ambientale (VIA), in un anno ospiteranno sino a 800.000 polli e arriveranno a produrre annualmente circa 2.000 tonnellate di carne, diventando di fatto uno dei maggiori poli avicoli dell’azienda.
Contro la realizzazione di questo impianto a metà febbraio si è mobilitato il Comitato per la Valmarecchia che ha lanciato sulla piattaforma Change.org una petizione che ha già raccolto oltre 4mila firme. Il comitato si rivolge al Presidente della Regione Stefano Bonaccini chiedendogli di fermare l’impianto da 800mila polli l’anno. “L’intervento in corso – si legge nella petizione – ci riporta agli anni ’70 ed è contro la vocazione turistica della vallata. Siamo cittadini e imprenditori che hanno investito nel territorio creando più occupazione dei tre posti di lavoro indicati dall’azienda Fileni come addetti stabili”. Il comitato evidenzia inoltre i rischi per la salute e per l’ambiente a causa delle pesanti emissioni di ammoniaca e di metano e dell’aumento delle polveri sottili. La protesta è proseguita domenica 19 febbraio quando circa 200 manifestanti hanno organizzato un sit-in davanti allo stabilimento, attualmente in fase di ripristino.
Per inquadrare meglio il problema, nell’interrogazione depositata oggi dal Gruppo Europa Verde si richiama l’approvazione, nella seduta del 4 maggio 2021, da parte della Commissione Politiche economiche dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, della Risoluzione – di cui è prima firmataria la consigliera Zamboni – che impegna la Giunta regionale a mettere in campo politiche e strumenti, sia di carattere economico che di indirizzo per i Piani urbanistici, a supporto della transizione ad allevamenti senza gabbie e rispettosi del benessere animale da elaborare attraverso il coinvolgimento degli allevatori dell’Emilia-Romagna, nel quadro di un modello di allevamento sostenibile sotto il profilo ambientale ed economico.
Nel dettaglio, l’interrogazione chiede alla Giunta se non ritenga opportuno – per quanto di sua competenza e al fine di accertare la fondatezza della denuncia di fonte giornalistica – disporre specifici controlli, in numero e frequenza proporzionali alle dimensioni produttive dell’azienda, sia sul pieno rispetto delle normative sul benessere animale sia sulle pratiche di allevamento avicolo in uso. In particolare, per accertare quali protocolli segua l’azienda per la gestione degli animali malati e quanto personale e veterinari ha a disposizione, nonché quali sono i dati sulla mortalità in azienda per le diverse tipologie di allevamento (convenzionale e biologico).
Sarebbe importante utilizzare gli esiti dei succitati controlli per valutare la congruità o meno degli eventuali finanziamenti pubblici e/o agevolazioni concessi a quegli impianti. E, a seconda degli esiti, promuovere analoghi controlli presso gli altri impianti della stessa azienda già autorizzati o in via di autorizzazione sul territorio regionale.
Per quanto riguarda il nuovo mega allevamento di polli previsto in località Cavallara, tra i comuni di Maiolo, Novafeltria, San Leo e Talamello, Europa Verde sollecita la Giunta a incontrare il Comitato per la Valmarecchia per ascoltare le loro preoccupazioni. Infine, ho chiesto quali misure sono state avviate ad oggi per dare attuazione alla succitata risoluzione approvata nel 2021 per introdurre modalità di allevamento che siano pienamente rispettose del benessere animale e portino al superamento dell’impiego delle gabbie, come sostenuto dall’iniziativa europea End the Cage Age “Stop all’era delle gabbie”.