Ieri sera la Camera dei Deputati ha approvato a larghissima maggioranza – col voto contrario di Alleanza Verdi Sinistra – il disegno di legge 1660 “Sicurezza” proposto dalla maggioranza del governo Meloni che prevede un drastico giro di vite liberticida contro il diritto di manifestare. Aumentano le pene, dall’uso della cannabis light fino alle manifestazioni pacifiche.
Messo fuori legge anche Ghandi con l’introduzione del reato che punisce la resistenza passiva nei blocchi stradali o delle linee ferroviarie, reato denominato dai critici del ddl “anti-ghandismo”.
Ora il provvedimento verrà discusso al Senato, dove sarà sicuramente approvato.
Vediamo di seguito alcune pene che introduce o inasprisce.
I blocchi stradali e delle ferrovie diventano un reato punibile con condanne fino a 2 anni di carcere; è evidente che non si vogliono colpire solo le manifestazioni ambientaliste o degli studenti, ma anche anche restringere il campo delle modalità di protesta e sciopero degli operai;
le proteste in carcere o nei Cpr possono essere punite con incremento delle pene detentive o col carcere anche se svolte in forma nonviolenta e di resistenza passiva;
pene più severe per chi minaccia o arreca danni nel corso di manifestazioni contro le grandi opere pubbliche (leggi Tav e Ponte sullo Stretto);
la “propaganda” delle lotte è punibile fino a 6 anni, essendo considerata “terrorismo della parola”;
per chi occupa una casa sfitta o solidarizza con le occupazioni la pena detentiva prevista va da 2 a 7 anni; contro l’occupazione di immobili ad uso pubblico si può procedere d’ufficio;
la resistenza attiva porta a condanne fino a 15 anni, mentre per la resistenza passiva nonviolenta si arriva a 4 anni;
le forze dell’ordine sono autorizzate a detenere una seconda arma personale in aggiunta a quella di ordinanza e al di fuori del servizio;
anche le madri incinte o con figli di età inferiore a un anno possono finire immediatamente in carcere con i figli, mentre oggi è il giudice che decide caso per caso;
agli immigrati senza permesso di soggiorno è vietato di fatto l’uso del cellulare poiché l’acquisto della SIM è vincolato al possesso del permesso;
la cannabis light è stata inserita tra le sostanze stupefacenti.
La premier Meloni sostiene di stare facendo la storia. In realtà con questo incremento delle pene contro la libertà di manifestazione sta riportando indietro il nostro Paese: a una “vecchia” storia.