Oggi ho doverosamente e convintamente preso parte al presidio convocato dai #sindacati confederali per protestare contro la mancanza di sicurezza sui luoghi di #lavoro e contro l’inarrestabile scia sanguinosa degli incidenti mortali. La recente tragedia dei cinque operai che hanno perso la vita in un cantiere a #Firenze non è ovviamente una fatalità, ma parte di una vera e propria strage che si compie in modo ormai sistemico ogni giorno.
Il primo articolo della Costituzione afferma che l’Italia è una Repubblica fondata sul #lavoro, ma nel 2023 sono state 1085, ovvero più di quattro al giorno, le #vittime di incidenti mortali e oltre 585 mila le denunce di infortuni o malori. E da inizio 2024 ad oggi questa tragica conta delle morti bianche è già arrivata a 145. Il 16 febbraio, quando sono morti i 5 operai a Firenze, complessivamente in Italia hanno perso la vita 16 lavoratori.
Gli incidenti mortali sono soprattutto un prodotto degli appalti al massimo ribasso e del sistema del subappalto, una vera e propria mina contro l’integrità di lavoratori e lavoratrici che il #Governo #Meloni ha sdoganato con la modifica al Codice degli Appalti che ha introdotto il subappalto a cascata. Forse non è un caso se, come sta emergendo in queste ore, nel cantiere di Firenze sarebbero coinvolte circa 60 imprese.
La carenza di ispettori del lavoro è una delle principali cause dell’insufficienza o addirittura della mancanza di controlli. Mentre il lavoro nero è spesso associato alla mancanza di adeguate istruzioni e di dispositivi per la sicurezza dei lavoratori, per lo più stranieri, nei cantieri. Senza dimenticare, infine, le vittime tra i giovani inseriti in progetti di scuola-lavoro. Risultato: rientrare a casa dal lavoro vivi e integri per troppi è diventato un optional, invece di essere un diritto elementare garantito dalle condizioni di sicurezza sul lavoro e negli spostamenti casa-lavoro-casa.
Come capogruppo di Europa Verde in Assemblea legislativa sono intervenuta più volte su questo tema. Nel novembre 2022, con una interrogazione alla Giunta regionale, ho cercato di mettere al sicuro dall’annunciata chiusura l’”Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro”, aperto nel 2008 da Carlo Soricelli Iadanza al fine di non dimenticare la tragica morte dei sette operai della #ThyssenKrupp avvenuta il 6 dicembre 2007 (l’Osservatorio è consultabile all’indirizzo www.cadutisullavoro.blogspot.it ).
Dalla sua fondazione, in 17 anni, Soricelli (con me in una foto sotto) tecnico metalmeccanico in pensione e artista sociale, ha registrato i decessi sui luoghi di lavoro corredati da data dell’evento, provincia in cui si è verificato l’incidente con esito mortale, età, professione, nazionalità della vittima e informazioni sull’infortunio mortale.
La particolarità dell’ #Osservatorio è che monitora anche le morti che sfuggono alle statistiche INAIL, che registrano solo gli incidenti mortali denunciati dalle imprese e relativi a lavoratori e lavoratrici assicurati INAIL, mentre l’Osservatorio registra anche i #decessi tra i non assicurati, circa 4 milioni di soggetti che comprendono carabinieri, poliziotti, lavoratori in nero, partite Iva individuali e agricoltori in pensione ancora attivi sui campi. Dal confronto tra i dati raccolti dall’Osservatorio di Soricelli e quelli Inail emerge pertanto una sensibile discrepanza, all’incirca un 30% in più nell’Osservatorio rispetto alle statistiche INAIL.
Ma già i dati ufficiali #INAIL sono più che sufficienti per porre rimedio con urgenza a questa strage. Occorre, ad esempio, rafforzare i controlli con nuove assunzioni di ispettori del lavoro ed eliminare i subappalti a cascata. La sicurezza e la vita di lavoratori e lavoratrici non può essere materia di scambio per ridurre il costo degli appalti. L’articolo 489 quater del Codice penale (Omicidio sul lavoro) recita “Chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sugli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali è punito con la reclusione da due a sette anni”. Ci vorrebbe una legge più dura e specifica che punisca i responsabili delle morti sul lavoro.
Dal canto mio, in Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna continuerò ad occuparmi di questo tema.