Suscita profondo sgomento assistere quasi ogni giorno a #femminicidi e #figlicidi a causa di uomini che uccidono (ex) mogli, compagne e i figli. Un’esplosione di violenza che nasce dalla non accettazione del diritto delle donne all’autodeterminazione nelle relazioni affettive e familiari. Solo in questa settimana contiamo già due casi di femminicidio in Emilia-Romagna, tutti nella provincia di Modena, tragedie che si sommano a un già lungo e drammatico elenco di altre donne private violentemente della loro vita. Il bilancio del 2021 in Italia è pesantissimo: un caso di femminicidio ogni tre giorni. Dai dati del report sugli “Omicidi volontari” del 15 novembre 2021 curato dal Servizio analisi della Direzione centrale della polizia criminale emerge che, tra l’1 gennaio e il 14 novembre di quest’anno, ci sono stati 252 omicidi, con 103 vittime donne, di cui 87 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 60 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Questi numeri mostrano che la violenza sulle donne e il femminicidio sono un’emergenza sociale che ci riguarda e rispecchiano l’immagine di una società patriarcale dove il rispetto per la donna non fa ancora parte dell’agire quotidiano delle persone, del linguaggio privato e pubblico, dei rapporti interpersonali. Bisogna che parlamento, governo e istituzioni locali facciano di più, che si investano più risorse sia nei centri antiviolenza, sia nelle case rifugio, sia nei programmi di educazione al contrasto alla violenza di genere. Bisogna responsabilizzare gli autori della violenza: è urgente iniziare a lavorare sugli uomini maltrattanti fin dall’inizio del percorso, ovvero dal momento in cui la donna ne chiede l’allontanamento. Bisogna rendere obbligatorio, per i maltrattanti, frequentare lo sportello antiviolenza presente sul proprio territorio, al di là del procedimento penale, e prevedere alloggi/ostelli per gli uomini maltrattanti per allontanarli, dopo la valutazione del rischio, dalle donne minacciate e maltrattate e dai figli. E bisogna mantenere alta la vigilanza protettiva per le donne, fin dalla presentazione della denuncia.
La #violenzadigenere è un problema strutturale della nostra società, che si acuisce quando la donna dipende economicamente dal convivente, come avviene in questo periodo in cui la crisi economica colpisce maggiormente le lavoratrici che perdono il lavoro o lo lasciano volontariamente per prendersi cura di figli e anziani. Servono quindi azioni concrete per rafforzare l’autonomia economica e l’occupazione femminile. Spezzare questa tragica catena di violenze significa contrastare ogni forma di sopraffazione, di imposizione e di abuso che subiscono le donne non solo in casa, ma anche sul luogo di lavoro, come ci ha insegnato il movimento #metoo