Al momento stai visualizzando BILANCIO EMILIA-ROMAGNA: APPROVATE LE PROPOSTE DI EUROPA VERDE

In una fase difficile per famiglie, imprese ed enti locali a causa del caro-energia, dell’inflazione e dell’incremento del costo delle materie prime, l’Emilia-Romagna ha approvato in Assemblea legislativa un bilancio di previsione 2023 che non aumenta la pressione fiscale regionale e non arretra sui fondi destinati alle politiche sociali a sostegno dei soggetti fragili, basti solo considerare che il Fondo per la non autosufficienza stanzia risorse regionali superiori alla quota-parte che ci arriva dal fondo statali. Non solo: i 500 milioni stanziati dalla Regione superano l’intero stanziamento nazionale per tutte le Regioni.

 

Con questa manovra di bilancio è stato messo in sicurezza il bilancio della Sanità, che in questi tre anni è stato sottoposto ad un doppio stress-test: la pandemia da Covid-19 e il rincaro delle bollette energetiche nelle strutture sanitarie. Una pressione che vede le spese extra sostenute dalla Regione per far fronte alla pandemia (che ha colpito duramente l’Emilia-Romagna) non reintegrate in maniera adeguata dallo Stato. E’ inaccettabile che il Governo Meloni, in continuità con quello Draghi, insista a coprire le spese extra sostenute dalle Regioni in base al numero degli abitanti anziché alla spesa reale, penalizzando così le regioni che puntano maggiormente sulla sanità pubblica, e premiando quelle con un altro numero di abitanti ma con spese Covid ridotte che addirittura ci guadagnano da questo paradossale meccanismo. Pur in un quadro così complesso, come Europa Verde ribadiamo che la qualità della sanità pubblica regionale resta per noi una priorità non negoziabile, per cui continueremo a monitorare sui territori la tempestività e l’adeguatezza delle prestazioni fornite ai cittadini.

 

Desidero esprimere la mia soddisfazione per l’approvazione di un pacchetto di proposte presentate da Europa Verde nei tre giorni di dibattito sul Bilancio e atti collegati. Si tratta di emendamenti e ordini del giorno che contribuiscono ad arricchire e migliorare gli obiettivi delle politiche ambientali e climatiche della Regione. Penso al finanziamento della Legge sui Distretti del Biologico, il cui iter del Progetto di Legge di cui sono proponente, ha iniziato l’­­­­­iter in commissione consiliare; all’ordine del giorno che impegna la Giunta a prevedere una premialità – nei bandi di finanziamento delle Comunità energetiche che al loro interno comprendono imprese – per le aziende in possesso di Certificazione Sociale d’Impresa che pertanto fanno investimenti a favore dei territori in cui operano. Infine, l’Assemblea ha approvato tre emendamenti che ho presentato al collegato al Bilancio riguardanti il Fondo d’Ambito della Legge Regionale sull’economia circolare (L.R. 16/2015). Il primo modifica la destinazione del Fondo, dando la priorità a progetti comunali di prevenzione della produzione di rifiuti organici, tessili e di prodotti di plastica monouso e packaging; il secondo emendamento introduce la possibilità di rimodulare nel tempo la percentuale di ripartizione del Fondo ai Comuni in funzione dei risultati ottenuti, in modo da gestirne al meglio l’effetto incentivante. 

Un terzo emendamento riguarda iniziative per la promozione di colture meno idroesigenti e più resilienti ai cambiamenti climatici, in sostituzione di colture che sono invece altamente idroesigenti nell’ambito della gestione delle risorse idriche per l’irrigazione.

 

Nel corso del dibattito in Aula ho confermato la contrarietà di Europa Verde al rigassificatore di Ravenna, alla Cispadana, al Passante, e all’accordo annunciato ieri tra Eni-Snam per realizzare, sempre a Ravenna, un impianto di CCS. Come ha fatto notare Legambiente citando lo studio recente dell’Institute for Energy Economic and Finance che ha preso in esame 13 progetti di punta in campo CCS a livello mondiale responsabili per il 55% delle operazioni del settore, si tratta di una tecnologia immatura. “Dei 13 impianti – riporta Legambiente – 7 non hanno raggiunto i target, 2 sono falliti e uno è in stato di fermo”.

Nell’uso che se ne vuole fare a Ravenna oltre tutto, l’impianto è funzionale allo sfruttamento del gas metano, che invece dobbiamo progressivamente abbandonare, tanto più nella nostra Regione che, con il Patto Lavoro e Clima, si è data l’obiettivo super sfidante di arrivare al 100% di copertura dei consumi energetici regionali da fonti rinnovabili entro il 2035. Ricordo che nel luglio 2021 era  stato approvato dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna un ordine del giorno di Europa Verde per impedire che la Regione finanziasse con risorse pubbliche la produzione di idrogeno blu dal metano con cattura e stoccaggio della CO2, che ne deriva come scarto, in impianti CCS.

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.