Oggi ho interrogato la Giunta dell’Emilia-Romagna su alcuni punti che riguardano il nuovo calendario venatorio 2024-2025 per sapere se, nel redigerlo, la Giunta regionale terrà conto dei passati pronunciamenti dei Tribunali Amministrativi Regionali (TAR) e aderirà di conseguenza alle raccomandazioni di ISPRA.
Nell’interrogazione ricostruisco il succedersi delle sentenze dei TAR avverse alla Regione. L’ultima in ordine cronologico è quella dello scorso 12 gennaio, quando il TAR di Bologna ha stabilito che la caccia a Moretta e Moriglione, due specie di anatre selvatiche, doveva cessare sabato 20 gennaio anziché mercoledì 31, come invece fissato dal calendario venatorio regionale. Pochi mesi prima, nel settembre 2023, fu sempre il TAR di Bologna ad accogliere l’istanza di sospensione di alcune importanti parti del calendario venatorio dell’Emilia-Romagna per la stagione 2023/24 riguardanti in particolare le date di apertura e chiusura della caccia a diverse specie di uccelli e di piccola selvaggina. L’udienza pubblica per il dibattimento di merito è stata fissata per il 26 marzo 2024.
Già nel 2022 il Consiglio di Stato aveva accolto l’appello di numerose associazioni ambientaliste e animaliste contro l’ordinanza del TAR Bologna che aveva bocciato la domanda cautelare delle associazioni. Nello specifico, l’ordinanza del Consiglio di Stato ha comportato la sospensione delle due giornate aggiuntive settimanali di caccia da appostamento alla fauna migratrice e ha disposto la chiusura anticipata della caccia ai turdidi e alla beccaccia (10 gennaio) e a tutti gli uccelli acquatici (20 gennaio). L’ordinanza del Consiglio di Stato ha rappresentato una svolta importante in quanto il massimo organo di giustizia amministrativa ribadiva la necessità di seguire le indicazioni dell’ISPRA e di ottemperare al principio di precauzione.
Come ho ricordato nell’interrogazione, sono la Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC) e numerose altre associazioni animaliste e ambientaliste, tra cui LAV, LIPU E WWF, a impegnarsi da anni nel contrasto delle prescrizioni dei calendari venatori regionali, anche attraverso la promozione di cause legali presso i vari T.A.R. di competenza. Tali cause sono finalizzate in particolar modo al rispetto dei pareri forniti da ISPRA, a cui – secondo i ricorrenti – la Regione Emilia-Romagna non si sarebbe attenuta adducendo motivazioni da loro ritenute non condivisibili. In particolare, non è stata seguita l’indicazione sul divieto dell’esercizio venatorio durante la migrazione al luogo di nidificazione, nonché durante il periodo di nidificazione e le fasi di riproduzione e dipendenza alimentare dei neonati.
In aggiunta a ciò, il 21 dicembre scorso la Regione ha disposto la proroga della validità del vigente Piano Faunistico Venatorio regionale 2018/2023 fino alla determinazione di un nuovo strumento di pianificazione e comunque fino al termine della stagione venatoria 2025/2026.
Il gruppo Europa Verde in Aula dell’Assemblea legislativa ha votato contro la proroga ritenendo che il Piano si basava su dati ormai obsoleti. La L.A.C. per parte sua ha segnalato il suo mancato coinvolgimento nella fase endoprocedimentale che ha preceduto la proposta di proroga del Piano, questo nonostante la legge regionale 8/1994 preveda che la Regione sottoponga tutti i principali atti di programmazione anche alle associazioni di protezione ambientale regionale riconosciute.
E’ noto che i Verdi dalla loro fondazione sono contrari all’attività venatoria. Nel corso della presente legislatura, ogni anno, in occasione della discussione delle bozze di delibera del Calendario venatorio regionale in Commissione Ambiente ho quindi sempre espresso voto contrario, criticando in particolare il fatto che i Calendari venatori regionali venissero approvati dalla Giunta nonostante il parere negativo di ISPRA e senza tenere conto delle sue osservazioni.
Attraverso svariate interrogazioni alla Giunta, in più occasioni ho sollecitato l’amministrazione regionale a disporre controlli sul rispetto delle normative a tutela dell’ambiente e dei diritti degli animali da parte di chi svolge attività venatoria. Oggi ho ritenuto di dover tornare sull’argomento con un’interrogazione che chiede alla Giunta se, nella redazione del nuovo calendario venatorio 2024-2025, intenda tenere conto dei passati pronunciamenti dei Tribunali Amministrativi e di conseguenza aderire alle raccomandazioni di ISPRA.
Inoltre, ho chiesto entro quale termine temporale è previsto l’aggiornamento dei dati del Piano Faunistico Venatorio, che risalgono addirittura alle stagioni venatorie 2012/2013.
Infine, con questo atto ispettivo ho chiesto se corrisponda al vero il mancato coinvolgimento di LAC nella procedura che ha portato alla proroga del Piano faunistico-venatorio, e se la proposta di modifica del regolamento sulla caccia agli ungulati, su cui l’Assessorato competente pare stia lavorando, prevede la caccia al cinghiale anche nelle aree protette, oasi, parchi regionali.
A QUESTO LINK IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE