A Gaza continua l’orrore. Dal 7 ottobre 2023, giorno del barbaro attacco da parte di Hamas contro inermi civili israeliani, ad oggi la reazione ritorsiva ordinata dal premier Netanyahu ha portato ad oltre 41mila palestinesi uccisi e oltre 95mila feriti. Mentre i negoziati sono ancora al palo, ieri un attacco su un campo profughi dell’IDF – le forze di difesa israeliane – è costato la vita a 19 persone, tra cui sei dipendenti dell’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso dei profughi palestinesi nel Medio Oriente. Secondo l’UNWRA nei primi 8 mesi di conflitto i bambini palestinesi morti sotto i bombardamenti sono stati più di 14mila. Da parte sua l’Unicef denuncia il ferimento di circa 1.000 bambini che hanno perso un arto e di altri 3.800 che rischiano di morire a causa della malnutrizione.
Questo genocidio, come ha riconosciuto la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, va fermato!!!! La diplomazia internazionale però è o vuole essere impotente davanti a Netanyahu. Sono invece gli stessi civili israeliani la voce più forte di protesta contro il governo israeliano, accusato di non fare abbastanza per liberare gli ostaggi ancora in mano ad Hamas, mentre continua ad accanirsi sui civili Palestinesi. Le manifestazioni a Tel Aviv vedono ogni settimana migliaia e migliaia di cittadini israeliani scendere in strada.
Il mondo diplomatico invece sta a guardare.
Anche in Europa è la società civile che si mobilita per chiedere il cessate-il-fuoco a Gaza. Come fa l’appello (promosso dall’esperto di relazioni Internazionali Pasquale De Sena) già sottoscritto da oltre 400 persone, tra giuristi, politici, artisti e cittadini, che si rivolge ai governi occidentali e in particolare all’Italia affinché intervenga per fermare l’escalation di violenze a Gaza e in Cisgiordania. Anch’io l’ho firmato convintamente. Da mesi seguo allibita e straziata le scene di devastazione che arrivano nelle nostre case sugli schermi dei televisori. Nessuno potrà dire di non sapere o di non aver saputo.
L’appello è un grido di allarme che chiede all’Italia e agli altri governi occidentali di assumersi le proprie responsabilità rispetto alla guerra in corso a Gaza e Cisgiordania. Li invita a intervenire in modo chiaro e deciso per porre fine alle violazioni del diritto internazionale a cui stiamo assistendo da mesi e che sembrano destinate a moltiplicarsi. L’autodeterminazione del popolo palestinese continua a essere negato e il regime di segregazione a cui è sottoposto da anni si configura come apartheid, come è stato riconosciuto in varie sedi internazionali.
La Corte Internazionale di Giustizia si è espressa su questo richiamando gli Stati terzi – e quindi anche l’Italia – al dovere di disconoscere le situazioni illegittime create dall’occupazione israeliana, e di non prestare alcun tipo di aiuto o sostegno a chi commette violazioni del diritto umanitario.
Come firmataria dell’appello, ho voluto condividere la pressante richiesta al governo italiano di adempiere ai propri doveri costituzionali e internazionali, a cominciare dall’informare in maniera più puntuale e dettagliata il Parlamento e l’opinione pubblica sui trasferimenti su suolo italiano di armi destinati a Israele, sull’impegno finanziario a sostegno delle Agenzie ONU impegnate sul campo a prevenire il genocidio, infine sul rispetto degli obblighi che derivano dall’articolo 10 della nostra Costituzione che impone l’osservanza del diritto internazionale.
Bisogna anche monitorare accordi e contratti per evitare di intrattenere relazioni commerciali e di lavoro con imprese che violano il diritto internazionale. E’ quanto ho chiesto con una mia risoluzione, approvata dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, sui cosiddetti appalti etici, pensata anche per evitare complicità, anche inconsapevoli, con soggetti che ledono i diritti umani e il diritto internazionale (qui il link alla risoluzione: https://www.silviazamboni.it/…/RISOLUZIONE_Appalti…).
Non possiamo continuare a girarci dall’altra parte. L’Italia deve agire per il cessate-il-fuoco a gaza e in Cisgiordania.
Per leggere e firmare l’appello clicca qui: https://chng.it/6BQHXM5TKF