Come Verdi siamo da sempre contrari alla caccia. Questo, però, non ci impedisce di intervenire per assicurare che si rispettino quantomeno le disposizioni di legge, in un’ottica di riduzione del danno. E per sollecitare provvedimenti che aumentino la tutela di fauna e ambiente naturale.
Già in passato, ad esempio, avevo chiesto, in Assemblea legislativa Emilia-Romagna, che la Giunta regionale si impegnasse per potenziare il personale addetto ai controlli sulla caccia, soprattutto nell’area costiera tra Ravenna e Ferrara, dove si concentra il numero maggiore di cacciatori e dove il mancato rispetto delle regole è testimoniato da diverse operazioni di polizia contro il bracconaggio o il mercato nero dei richiami vivi.
Come Europa Verde continueremo quindi a raccogliere le denunce che arrivano da associazioni, attivisti anticaccia e cittadini. L’ultima in ordine di tempo riguarda l’area di Boscoforte, una penisola tra il territorio di Argenta e Comacchio, entro il perimetro del Parco del Delta del Po.
Si tratta di un’area formatasi in età etrusca, di grande pregio naturalistico, al cui interno vivono allo stato brado numerosi esemplari di cavalli. Un luogo privilegiato anche per la sosta e la nidificazione di numerose specie di uccelli. Questa penisola è di proprietà di una società privata e, in base ad un Protocollo d’intesa del 2008 sottoscritto anche dalla Regione Emilia-Romagna, la parte meridionale di essa doveva essere ceduta in forma di donazione al demanio regionale. Cessione che però fino ad oggi è rimasta lettera morta. Mentre ha trovato soddisfazione l’altra parte dell’accordo, vantaggiosa per la società privata, che ha portato ad autorizzare la caccia in uno specchio d’acqua di 70 ettari, nella parte settentrionale della penisola, un’area trasformata da zona protetta a zona contigua del Parco del Delta del Po.
Di fronte all’intensificarsi dell’attività venatoria, nei giorni scorsi i volontari di CittadinanzAttiva Ferrara Comacchio hanno richiamato l’attenzione degli enti locali sui crescenti danni arrecati alle specie ornitiche. Per rilanciare in Regione il loro grido di allarme, oggi ho presentato un’interrogazione alla Giunta per chiedere chiarimenti su una situazione paradossale: una società gestisce l’area acquatica succitata di 70 ettari, sia pure aperta alla caccia, come un’azienda venatoria privata recintata e inaccessibile da terra ai controlli sull’osservanza delle disposizioni di legge in materia di caccia. Tutto ciò entro il perimetro del Parco del Delta del Po.
È quindi necessario fare chiarezza sulle attività che si svolgono in questo vasto specchio d’acqua, e procedere al perfezionamento della donazione al demanio dell’altra area della penisola di Boscoforte, finora solo promessa.
Inoltre, con l’interrogazione sollecitiamo la Regione a fare un ulteriore passo in avanti per una migliore tutela dell’area: ovvero valutare l’opzione dell’acquisizione dell’intera penisola di Boscoforte, al fine di ricomprenderla entro i confini del Parco del Delta del Po per sottoporla completamente a tutela e al divieto di caccia.
Il testo dell’interrogazione: https://bit.ly/3AWeCrv