Al momento stai visualizzando DALL’ECONOMIA VERDE NUOVA OCCUPAZIONE E STABILITÀ FINANZIARIA PER IMPRESE E FAMIGLIE

Il nuovo rapporto GreenItaly della Fondazione Symbola fotografa quello che noi Verdi diciamo da anni: la transizione verso la green economy produce investimenti e nuova occupazione.  Aggiungerei anche che mette una pietra sopra alle polemiche, davvero pretestuose, di chi accusa il mondo ambientalista di sostenere politiche industriali che mettono in crisi le imprese. Al netto del fatto che la transizione ecologica è una strada obbligata se vogliamo combattere l’emergenza climatica, quell’ affermazione è falsa. Punto!

Le parole di Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, chiariscono bene il concetto: “Accelerare gli investimenti nella transizione verde e nelle energie rinnovabili aumenta la stabilità finanziaria come dimostrano gli studi della BCE e della Banca D’Italia, dà forza al Made in Italy, riduce i costi a medio termine per famiglie e imprese, rafforza la nostra indipendenza energetica”.

Ecco qualche numero sulla green economy italiana: nel periodo 2018-2022, sono state 510.830 le imprese che hanno fatto eco-investimenti pari al 35,1% del totale. Sotto il profilo dell’occupazione, alla fine dello scorso anno le figure professionali legate alla green economy rappresentavano il 13,9% degli occupati totali, 3,22 milioni di unità. Nel 2022 i contratti attivati con queste figure sono stati 1.8 milioni, il 35,1% dei contratti totali previsti nell’anno (circa 5,2 mln), con un incremento di 215.660 unità rispetto alla precedente rilevazione.

L’area territoriale più forte in termini di occupazione e numero di imprese è il Nord Ovest, ma la crescita maggiore si è registrata nel Centro Italia.

L’Italia si conferma anche leader nel riciclo dei rifiuti industriali, con una percentuale dell’83,4%.  Un tasso di riciclo superiore di oltre 30 punti alla media UE (52,6%) e superiore a tutti gli altri grandi Paesi europei, come Francia (64,4%), Germania (70%), Spagna (59,8%).

Numeri positivi, ma non ancora sufficienti. Di Realacci condivido anche le preoccupazioni. Il presidente della Fondazione Symbola, ricordando le parole di Papa Francesco sulle crisi climatiche in vista della Cop 28 di Dubai alla quale parteciperà, ha ammonito che “non possiamo permetterci le incertezze con cui procede l’attuazione dell’Agenda Onu 2030 sugli obiettivi di sviluppo sostenibile. Come succede anche nel nostro Paese. Pensiamo al ritardo sulle energie rinnovabili”.

E si potrebbe continuare parlando del governo Meloni che ha scelto di andare in tutt’altra direzione, continuando a guardare al passato, alle fonti fossili e ai poteri consolidati, al Ponte sullo Stretto in zona sismica, all’Italia come Hub del gas, al nucleare….

Silvia Zamboni

Giornalista – Ambiente e Sostenibilità, Energia e Cambiamenti Climatici, Economia Circolare, Green Economy, Sharing e Digital Economy, Mobilità Sostenibile, Turismo Sostenibile, Agricoltura e Manifattura Biologica, Politiche Ambientali Europee.