C’era davvero poco da festeggiare, sabato scorso 10 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani. Come ha spiegato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, la situazione è molto grave. In testa all’ingloriosa lista dei Paesi meno rispettosi dei diritti umani per Noury, non a caso, ci sono Russia e Iran.
È di oggi la notizia dell’esecuzione del secondo giovane iraniano condannato a #morte dal #regime degli Ayatollah dopo che aveva partecipato alle manifestazioni in corso da settimane in Iran. Ad oggi i manifestanti #arrestati sono oltre 400, tra cui 44 minorenni dai 2 ai 17 anni, mentre almeno 30 iraniani rischiano la pena di morte, tra cui anche alcuni minori.
Per Amnesty International – Italia particolarmente gravi sono poi le violenze commesse in #Ucraina contro i civili dalle forze armate russe, come pure il numero dei #palestinesi uccisi dalle forze israeliane, il più alto dal 2005.
👉🏽 Tra le maglie nere della violazione dei diritti umani e civili l’#Afghanistan, dove alle ragazze è proibito frequentare le scuole medie e i licei e alle donne lavorare fuori di casa, mentre sono riprese le esecuzioni secondo i dettami della #Sharia, un’interpretazione ultra-rigorosa dell’Islam che ha segnato fin da subito il ritorno al potere dei talebani.
👉🏽 Noury ci ricorda però anche la guerra in #Etiopia (fermata, con una tregua di un anno, a novembre) con il suo carico di #stupri etnici; né dimentica, in questa vetrina dell’orrore, gli oltre mille prigionieri di coscienza incarcerati in #Bielorussia durante i due anni e mezzo di proteste seguite alla rielezione, secondo molti viziata dai brogli, di #Lukashenko.
👉🏽 Molto male anche l’#Egitto, dove si contano circa 60mila prigionieri politici, molti dei quali condannati per reati non commessi o non-reati, come è il caso di Patrick George #Zaki, l’attivista e ricercatore egiziano, minacciato, picchiato e torturato con scariche elettriche per il suo impegno a favore la comunità #lgbtqia e in attesa di processo dopo mesi e mesi di detenzione preventiva in Egitto.
👉🏽 Non manca il #Qatar, segnato da 12 anni di morti sul lavoro durante la costruzione delle infrastrutture per ospitare i mondiali di calcio. Le famiglie di queste #vittime delle pessime condizioni di #lavoro non hanno ottenuto nessun risarcimento perché non riconosciute dalle autorità.
👉🏽 Noury non tralascia anche un paese che di sicuro sta meno sotto i riflettori dei media internazionali: niente meno che gli #StatiUniti, che dopo anni di diminuzione delle #esecuzioni capitali quest’anno hanno visto un’inversione di rotta che invalida la progressiva tendenza verso la riduzione del ricorso alla pena #capitale.
👉🏽 Lo sguardo d’orizzonte di Noury si chiude con le attiviste e gli attivisti #cinesi che, sfidando il divieto assoluto di manifestare, nei giorni scorsi hanno protestato nelle strade e piazze contro le rigide restrizioni #Covid-zero.
Faccio mie le parole del portavoce di Amnesty ribadendo la solidarietà a chi osa ribellarsi: ”Se la #repressione è massiccia, il coraggio delle #attiviste e degli #attivisti per i #dirittiumani è qualcosa da onorare ogni giorno”. E da sostenere con azioni di informazione e di supporto che vedano il nostro Paese schierato dalla parte di chi si batte per affermare i diritti umani e civili sfidando le brutali repressioni di Stato.